mercoledì 24 aprile 2019

La cultura del verde

di Filomena Baratto

Vico Equense - Più si sale al Nord, più trionfa il verde. I parchi cittadini sono una realtà: siepi, aiuole, giardini e terreni curati. I viali delle città sono pieni di platani, pioppi, betulle, aceri, e poi cipressi, pini, ontani, olmi. Sono disposti lungo le strade principali con le chiome di nuovo verde come vuole la primavera. E poi cespugli di vario tipo. E fiori: robinie, glicini, giacinti, narcisi, petunie in vasi e cesti pendenti. Ogni casa ha il suo spazio verde, con fiori rampicanti, aiuole, prati fioriti e siepi dalle forme squadrate. Sempre più spesso si vedono in giro ulivi, messi al centro delle strade, nelle piazze, come quelli posti al lato del Duomo di Milano, e sui terrazzi di palazzi e ville. L’ulivo pare abbia il suo momento felice e i meridionali lo portano su come simbolo di vita simile a quella dell’uomo. Molti di questi ulivi si caricano poi di abbondanti frutti. Al Sud mantenere un’aiuola è un’impresa, figuriamoci alberi e cespugli. E bisogna sperare nella buona educazione di chi non ci tira dentro carte, mozziconi, spazzatura. I parchi da noi sono quasi inesistenti. Quei pochi sopravvissuti hanno vita difficile. I viali alberati nei centri abitati del sud sono pochi. E poi gli alberi richiedono cure: le potature, i concimi nei tempi prestabiliti e i tagli periodici per affinare e contenere le chiome. I parchi del sud sono piccoli con alberi radi e prati incolti. Da noi il verde viene considerato come un fatto estetico di cui si può fare a meno e non una necessità.
 
Eppure fin dall’antichità la folta vegetazione era nota ai Romani che amavano la vita all’aria aperta e i luoghi salubri. Oggi quel verde si è assottigliato, complice il cemento, i rifiuti, gli sradicamenti. Tutti sanno che le radici degli alberi sono l’unico rimedio al terreno già provato dai dissesti idrogeologici. Dovremmo avere il culto dei luoghi proteggendo la flora che tanto facilmente viene tagliata. E’ un po’ come prendersi cura di se stessi. E non si tratta di avere o meno il pollice verde, quanto una mentalità volta al benessere di tutti gli esseri viventi. Gli architetti moderni progettano di nuovo giardini per terrazzi e attici come un tempo furono quelli pensili di Babilonia, una delle meraviglie del mondo antico. Il verde accompagna, copre, ripara, fa ombra, protegge, dà frutti. Il verde è vita ed è necessario averne cura.

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