domenica 19 maggio 2019

Due poetesse a confronto: Alessandra Dagostini “ospite” di Isabella Morra nel Castello di Valsinni

Vico Equense - Sono già passate due settimane dalla presentazione, per la prima volta assieme, delle due raccolte poetiche della docente-scrittrice vicana Alessandra Dagostini, “Sotto il cielo delle Eolie” e “Ali di Icaro e sogni”, pubblicate entrambe dalla casa editrice Dibuono di Villa d’Agri di Marsicovetere (PZ) e facenti parte di un unico progetto, nel Castello di Isabella Morra a Valsinni, in provincia di Matera, ma l’emozione è ancora viva e palpitante nel ricordo degli organizzatori e dei numerosi ospiti intervenuti. Una bellissima e intensa serata di poesia, quella tenutasi sabato 4 maggio 2019, alle ore 18:00, in una delle più suggestive dimore storiche lucane, teatro della triste e misteriosa storia della “poetessa fanciulla”, che oggi da fa parte dell’ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane) regione Basilicata. Ad accogliere la protagonista, già nota al pubblico, perché vincitrice di numerosi concorsi e premi letterari, ma soprattutto per l’ambito “Premio Morra” assegnatole dalla Pro Loco nel 2012 per il suo saggio letterario “Degno il sepolcro, se fu vil la cuna. L’universo poetico di Isabella Morra” (Nicola Longobardi Editore, 2011), l’attuale proprietario dell’avito maniero, nonché presidente dell’Associazione Castello di Favale, l’avvocato Vincenzo Rinaldi, il sindaco della cittadina Gaetano Celano, il presidente della Pro Loco Gennaro Olivieri, il deputato Gianluca Rospi e il socio ADSI Pietro Bitonti, che hanno espresso i loro saluti. Moderatrice della serata Piera Chierico, avvocato del foro di Salerno e responsabile dell’Ufficio Stampa della Pro Loco, che ha presentato l’autrice, ricordando in primis il valore del suo saggio morriano per la dettagliata ricostruzione storica, geografica, sociale, culturale e poetica e, soprattutto, per la vastissima bibliografia, in base al quale viene considerato come uno dei migliori e più completi lavori esistenti su Isabella Morra.
 
Non a caso dal 2012 il “Premio Morra”, vinto nel passato da autori del calibro di Dacia Maraini, Raffaele Nigro e Mario Trufelli, non è stato più conferito ad alcuno. L’analisi generale delle due sillogi è stata affidata a Pasquale Montesano, storico di Valsinni, prefatore di “Sotto il cielo delle Eolie” e autore di numerosi libri sulla poetessa Morra, che ha tratteggiato un breve profilo dell’autrice e della funzione eternatrice della poesia che mitizza e rende universalmente fruibile la sua storia personale. Puntuale e attenta anche l’analisi letteraria del prof. Luigi Beneduci, insigne critico di Lagonegro, che si è soffermato, in particolare, su “Ali di Icaro e sogni”, qui presentato in anteprima assoluta, e che ha deliziato i presenti con i suoi paralleli intertestuali, cogliendo nei versi della Dagostini reminiscenze catulliane e quasimodiane, e definendo l’autrice come «voce meridiana che sorge dal mare e dal fuoco delle Eolie». La lettura delle liriche (“Notte a Vulcano”, “E saremo sempre amanti”, “Devo lasciarti andare”, “Oltre Scilla e Cariddi”, “L’inganno di Efesto” da “Ali di Icaro e sogni” e “All’isola del cuore - Vulcano” da “Sotto il cielo delle Eolie”) è stata affidata alla voce dei ragazzi del servizio sociale, che si sono alternati tra i vari interventi. Due prodotti editoriali, quindi, più complessi che non semplici raccolte poetiche, l’una gemella dell’altra, bensì la celebrazione di un unico viaggio multisensoriale, sentimentale, storico-culturale e geoturistico che ci proietta, con amore e sensibilità, verso le Eolie intese come luogo di rinascita, ma anche verso il paesaggio mediterraneo nel suo senso più ampio. A tal proposito, ricordiamo l’intervento del deputato Rospi che ha parlato di Mediterraneo nelle sue numerose sfaccettature, da culla e centro della civiltà a “croce” politica, sociale, culturale e storica, come “contenitore” che unisce e accomuna tutte le terre che hanno fatto parte della Magna Grecia, dalla Lucania alla Sicilia. Riportiamo qui di seguito il brano da lui letto, in cui lo storico Fernand Braudel si domanda cosa sia il Mediterraneo e così risponde: «Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre. Viaggiare nel Mediterraneo significa incontrare il mondo romano in Libano, la preistoria in Sardegna, le città greche in Sicilia, la presenza araba in Spagna, l’Islam turco in Iugoslavia. Significa sprofondare nell’abisso dei secoli, fino alle costruzioni megalitiche di Malta o alle piramidi d’Egitto. Significa incontrare realtà antichissime, ancora vive, a fianco dell’ultramoderno: accanto a Venezia, nella sua falsa immobilità, l’imponente agglomerato di Mestre; accanto alla barca del pescatore, che è ancora quella di Ulisse, il peschereccio devastatore dei fondali marini o le enormi petroliere. Significa immergersi negli arcaismi dei mondi insulari e nello stesso tempo stupire di fronte all’estrema giovinezza di città molto antiche, aperte a tutti i venti della cultura e del profitto, e che da secoli sorvegliano e consumano il mare […]». I presenti sono stati condotti per mano da una terra di silenzio e di poesia, come quella lucana, descritta negli appunti di viaggio di Edrisi, ad altrettanti “luoghi dell’anima”, le isole Eolie, per coglierne profumi, colori, suoni, palpiti e tutti i retroscena di una favola autobiografica e moderna che, in “Ali di Icaro e sogni”, si apre e si chiude, neanche a farlo apposta, con l’immagine di un altro Castello, quello di Vulcano, dimora storica del gallese Sir James Stevenson e oggi rinomato disco-bar di proprietà delle famiglie Messina-Ambrosi, in cui sono nati e decollati i versi dell’autrice grazie a un magico incontro con il dedicatario dell’opera, Marco S., nell’estate del 2007. Un emozionato ed emozionante ritorno per la Dagostini, che ha spiegato al pubblico l’itinerario poetico della sua opera e il suo personale concetto di poesia, ricordando anche le ragioni che l’hanno spinta a occuparsi nel corso dei suoi studi universitari della poetessa Morra e il suo singolare caso di “possessione letteraria” che la lega dal 2004 alla petrarchista lucana del XVI secolo. Intensa e vibrante la lettura della sua poesia dedicata ad Isabella, premiata con una menzione alla III edizione del Premio Artistico-Letterario “Una cartolina da Matera” nel 2015 e pubblicata nell’antologia, “Venti di poesia e… racconti”, di cui l’autrice stessa ha fatto dono alla Biblioteca Comunale di Valsinni. Due poetesse a confronto, quindi, l’una alter ego dell’altra, che hanno saputo incantare e affascinare l’uditorio con la malìa dei propri versi e con la forza del loro vissuto, dando vita a una sorta di gemellaggio “eoliano-morriano” sulle ali di Icaro e nel segno della poesia che illumina e salva la vita. Tra i tanti ospiti presenti nella sala delle armi del vetusto Castello, ricordiamo, inoltre, l’avvocato Paolo Continanza dell’ADSI, cugino della nota poeta-giornalista di origine roccanovese, Marcella Continanza, presidente dell’Associazione “Donne e Poesia Isabella Morra” di Francoforte sul Meno e direttrice del Festival della Poesia Europea, giunto quest’anno alla sua XII edizione, prefatrice di “Ali di Icaro e sogni”, e il cantautore Antonio Labate, originario di Rotondella e residente a Policoro, autore del brano “Matera il sogno si avvera”, vero e proprio inno d’amore per Matera Capitale della Cultura Europea 2019, che ha musicato le poesie di Isabella Morra e anche la poesia della Dagostini dedicata all’isola di Vulcano, a breve in uscita. La serata si è poi conclusa con una cena offerta dall’avvocato Rinaldi presso “La Fontana del Borgo”, caratteristica locanda medievale ai piedi del Castello, dove si sono potuti degustare i piatti cinquecenteschi dell’antica Favale e le rinomate pizze della poetessa, ispirate ai suoi sonetti.

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