martedì 30 luglio 2019

Spiagge libere, Campania maglia nera Legambiente: «Diritto al mare negato»

IL RAPPORTO 

di Giuseppe Crimaldi da Il Mattino 

Le spiagge libere in Campania? Un miraggio. Pochissime, e in più di qualche caso - laddove si avesse la fortuna di incontrarne una - di scarsissima qualità poiché poste alla foce di fiumi inquinati, o addirittura scarichi fognari. Per la nostra regione è un rapporto in chiaroscuro quello diffuso ieri da Legambiente: «Spiagge 2019» spiega bene come l'impatto dei cambiamenti climatici, l'erosione dei litorali e una cementificazione spregiudicata e selvaggia stiano producendo effetti devastando e ridisegnando addirittura i contorni delle coste; ma illustra anche dati positivi: come la tendenza - che premia soprattutto il Cilento - che indica una crescita dei cosiddetti «stabilimenti green», cioè ecosostenibili; cresce anche l’ impegno verso il «plastic-free» e nella difesa della biodiversità.
LE OMBRE
Il diritto al mare, in Campania, resta purtroppo ancora un'aspirazione. Il report di Legambiente parla senza mezzi termini dell'accessibilità negata a chi vuoi fare un bagno senza essere per questo costretto a spendere cifre anche consistenti per entrare in uno stabilimento balneare.
 
E punta anche il dito verso presunte concessioni rilasciate senza controlli. In Italia sono 52.619 le concessioni demaniali marittime, 11.104 delle quali sono per stabilimenti balneari, 1.231 per campeggi, circoli sportivi e complessi turistici, mentre le restanti sono distribuite su vari utilizzi. Quasi il 10% delle coste italiane è interdetto alla balneazione per ragioni di inquinamento.
I DATI 
In Campania solo il 33% delle spiagge è libero. Sono 3.967 le concessioni demaniali marittime, di cui 916 sono per stabilimenti balneari, 137 per campeggi, circoli sportivi e complessi turistici, mentre le restanti sono distribuite su vari utilizzi. «Per capire quanto delle coste campane è occupato da stabilimenti balneari - si legge nel dossier - corre incrociare fonti diverse e verificare con le foto aree l'occupazione da parte degli ombrelloni, considerando anche le diverse dimensioni degli stabilimenti nelle regioni italiane. Complessivamente si può stimare che le concessioni superano il 67% di occupazione delle spiagge campane. Ciò significa che solo il 33% del litorale è "libero"». Restiamo sulle dolenti note. Se il Cilento sorride, il litorale domitio non riesce a riappropriarsi di una vocazione naturale più volte sfregiata. Ma non solo. Perché a Mondragone - vero caso limite regionale - su 8,4 chilometri di costa sono presenti ben 51 stabilimenti pari al 54 % di costa occupata. «Quando si parla di spiagge e concessioni - commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania - si dovrebbe cominciare a ragionare su come valorizzare queste straordinarie potenzialità trovando soluzioni innovative. Anche perché i tratti di costa non balneabili per inquinamento in Campania fanno sì che un ulteriore 7,5% della costa sabbiosa risulti non fruibile».

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