domenica 29 settembre 2019

Hai una vita intera davanti a te

di Filomena Baratto

Vico Equense - “Hai una vita intera davanti a te”, chi non si è sentito dire questa frase almeno una volta da una persona cara, come la mamma, per esempio, cui sta a cuore la nostra vita. Quando mia madre me la ripeteva, con enfasi e sorriso, non ci facevo caso. Credevo la vita fosse eterna, un po’ quello che pensano tutti i giovani. E’ pronunciata sempre con un sottofondo di malinconia. Un po’ come dire ne vedrai delle belle, accadranno cose, avrai da sospirare, da temere, da soffrire, da capire, da penare, da sorridere, da gioire in questo baraccone che contiene ogni cosa. Ma detta così si pensa all’eternità, che l’amore, le gioie saranno eterne, i dolori altrettanto, come un mondo statico, fermo a contemplarsi. A volte il contenuto non è in quello che la frase esprime ma in ciò che non dice. E quello che implicitamente significa è che la vita va coniugata, che c’è una radice e una desinenza per ogni cosa, che ci sono le eccezioni, i pluralia tantum, le cose passive, le attive, le costruzioni… La vita come una lingua, come un gioco da tavolo, spesso quello dell’oca, un film o un romanzo. E da quella prima volta che la sentiamo il tempo diventa un calendario su cui segnare le cose, da cui strappare i fogli e cominciare a fare i conti per le domande che pur chiede. E’ solo un’indicazione, un augurio, una frase ponte come un leitmotiv che ci accompagna. Essa ritorna in mente ad ogni età, in ogni situazione, sottolineando che anche in un minuto di vita ci sono gli attimi buoni e quelli meno.
 
Non è il tempo che resta, né quello vissuto, né in che età ti trovi e non è più questione di quanto farai, bensì cosa ne farai della tua vita, quanto ti chiederà, quanto riuscirai a dare. Ora so che quando i genitori la pronunciano, e anch’io a mia volta l’ho detta, bisogna dar peso a quello che nasconde. Alla speranza che ognuno realizzi quello per cui è nato. L’eternità va costruita con la vita, nel bene e nel male. Quando veniva pronunciata non abbiamo pensato che siamo programmati per un tempo ben preciso durante il quale dobbiamo mettere a fuoco la parte migliore di noi. Non è nascere la cosa più difficile ma partorire la nostra vita giorno per giorno.

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