giovedì 9 luglio 2020

Cuomo si candida? Dimissioni ai primi di agosto ed arrivo del commissario prefettizio, se il sindaco si presenta con la Lega

Giuseppe Cuomo
Sorrento - Ma Peppino Cuomo si dimette da sindaco? Se si candida al consiglio regionale, la scelta è obbligatoria e deve essere formalizzata 45 giorni prima del voto. Poiché le elezioni dovrebbero tenersi il 20 e 21 settembre prossimo, ai primi di agosto deve lasciare il Comune. In tal caso decade la Giunta, viene sciolto il consiglio comunale ed arriva un commissario prefettizio che gestisce il Comune fino al voto. Ma c’è anche un’altra ipotesi, marginale ma tecnicamente ipotizzabile: la rimozione del sindaco, una soluzione che evita l’invio del commissario prefettizio e consente al vice sindaco in carica di amministrare fino al voto. Alla rimozione fecero ricorso nel 2015 numerosi sindaci che, volendo candidarsi alla Regione ma senza lasciare il Comune in mano ad un commissario, decisero di individuare dei motivi di contenzioso con il Comune, spesso artatamente strumentali. La casistica dell’epoca è ampia, si va dalle multe ad abusi edilizi più o meno gravi. Ma l’espediente dei contenziosi più o meno strumentali sollevò un vespaio di polemiche e legittime indignazioni, pertanto è difficile che questa soluzione possa essere utilizzata stavolta. Quindi, se Cuomo si candida, con ogni probabilità, dovrebbe dimettersi. Com’è noto, il sindaco di Sorrento è dato in pole position da tempo per la candidatura al consiglio regionale nella lista della Lega. La sua adesione risale al 21 novembre scorso.


E fu consacrata dal segretario della Lega, Matteo Salvini, che arrivò a Sorrento per celebrare l’ingresso di Cuomo nel partito insieme al sindaco di Positano, Michele De Lucia. Salvini è tornato a Napoli il 5 giugno scorso, un incontro con i fedelissimi per parlare del voto regionale. E c’era anche Cuomo, sempre con De Lucia. Tutto sembrerebbe andare nella direzione della candidatura. Ma sul fronte elettorale è ancora troppo presto per dare certezze definitive. Le candidature vanno e vengono, un po' come le nuvole. In ogni caso, nell’attesa delle scelte definitive c’è l’incognita commissario prefettizio da sciogliere a seconda della soluzione trovate. Una scelta che incide anche sulle dinamiche preelettorali. Un conto è arrivare al voto con un’Amministrazione politica, altro con un funzionario nominato dal Prefetto che com’è noto è espressione del Ministero dell’Interno, in questo momento espressione politica avversa alla Lega. (Da Agorà del 27 giugno)

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