domenica 27 dicembre 2020

Castellammare. Meridbulloni, operai in presidio: "Non molliamo"

Castellammare di Stabia - Inizia il decimo giorno di protesta per gli operai della Meridbulloni di Castellammare di Stabia. A turni di venti si alternano davanti all'ingresso della fabbrica per evitare che vengano portati via macchinari e materiali lavorati. Pioggia e gelo non fermano le tute blu, che sostano nelle tende che hanno montato per stare al coperto di notte. “Vogliamo che quel cancello riapra. Non molliamo. Non vogliamo essere sradicati dal nostro territorio” dicono gli operai. L'ultimo turno la notte del 17 dicembre, poi i cancelli si sono chiusi e sono arrivate le raccomandate che vorrebbero gli operai nello stabilimento della Ibs di Torino a partire dal prossimo primo febbraio 2021. Trenta giorni di tempo, in piena pandemia per cambiare vita e destini di 81 famiglie lasciando senza lavoro anche 15 operai dell'indotto. Una richiesta della proprietà aziendale arrivata il 18 dicembre mattina in videconferenza con i sindacati. Ieri è arrivato l'assessore regionale Antonio Marchiello, che ha la delega alle attività produttive.

 

Una visita per prendere informazioni sulle modalità con cui i lavoratori della Meridbulloni sono stati spediti a 935 chilometri da casa. “Mi impegnerò per la vostra causa, voglio incontrare la famiglia Fontana” promette l'assessore Marchiello, che nei prossimi giorni si metterà in contatto con i vertici aziendali. In questi giorni i lavoratori stanno ricevendo manifestazioni di solidarietà non solo in città, ma anche dai colleghi di altre fabbriche. Infatti davanti ai cancelli sono affissi anche gli striscioni della Whirlpool di Napoli, della BTicino di Torre del Greco e della Fincantieri. Gli 81 operai e i 15 lavoratori delle aziende dell'indotto all'improvviso si sono trovati senza il posto di lavoro. E non perché fossero stati licenziati, ma perché la proprietà, pur essendo un gruppo in salute e con i conti in attivo, ha deciso di chiudere Io stabilimento campano da un giorno all'altro, anche se sindacati e tute blu sospettano che i Fontana avessero in programma la chiusura già da diversi anni.

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