giovedì 2 febbraio 2023

La Vesuviana è lo specchio del territorio

di Umberto De Gregorio al Corriere del Mezzogiorno

Gentile Direttore, mi consenta qualche riflessione sugli editoriali di Matteo Cosenza e Antonio Polito. La circumvesuviana è la peggiore ferrovia italiana (secondo l’opinione di Legambiente) non da quando io sono diventato Presidente di Eav (che comprende tante cose e non solo la circumvesuviana) ma da molto prima. Cosa è cambiato oggi rispetto a ieri? Nel 2016 Eav era tecnicamente e finanziariamente fallita, sull’orlo della chiusura, nessun investimento o assunzioni in corso, nessun cantiere aperto. Oggi abbiamo pagato i 750 milioni di debiti trovati al 31.12.15, abbiamo 50 cantieri aperti, investimenti in corso per 5 miliardi, treni nuovi ovunque (flegree, Benevento, Piedimonte) tranne che sulla Vesuviana ( dove 40 treni sono in costruzione e 60 oggetto di una nuova gara); abbiamo 300 bus con età media di 6 anni (sei anni fa erano 100 con età media di 15 anni), mille assunzioni perfezionate (un record nel Mezzogiorno). Sulla infrastruttura abbiamo i lavori in corso per cambiare il segnalamento ferroviario su tutte le linee. Si poteva fare prima ? Noi ci siamo mossi non appena trovate le risorse finanziarie: 290 milioni vale il contratto firmato il 30 dicembre scorso grazie al recovery per rifare il segnalamento su tutte le linee della vesuviana.


 

I passeggeri sui binari non sono certo una bella cosa. Ma si sono visti anche sull’alta velocità Roma Napoli qualche mese fa, sulla metropolitana di Roma, a Milano Trenord , eccetera. Si può fare meglio la manutenzione dei treni e dell’infrastruttura in attesa che cambino i treni ed il segnalamento? Abbiamo assunto dirigenti ad hoc da Trenitalia per la direzione ferroviaria e la manutenzione dei treni, fanno il possibile ma neanche loro fanno miracoli. La funivia del Faito funziona di nuovo regolarmente da sei anni e nonostante tutto centinaia di migliaia di turisti ogni anno continuano a raggiungere Pompei e Sorrento con la cara antica vesuviana. Privatizzare la vesuviana? Vuol dire fare delle gare ? Personalmente sono d’accordo, ma senza un’infrastruttura nuova dubito che qualcuno possa partecipare. Quanto al pullman sostitutivo (gestito a seguito di gara da impresa privata) che ieri si è fermato per pochi minuti , è stato a causa di balordi ragazzi che hanno azionato violentemente la chiave di arresto delle porte (non a causa di Eav ma povera Eav!). (Verificare alla fonte le notizie di Facebook sarebbe una buona cosa). Infine qualche riflessione sulla interessante tesi di Polito : è con il regionalismo che sono nati i problemi della vesuviana e più in generale moltissimi problemi strutturali del mezzogiorno, non nascondendo una sorta di nostalgia del centralismo statale post unitario. Il regionalismo è stato il primo passo che dovrebbe portare - oggi o domani - al federalismo fiscale, con il rischio di allargare ulteriormente i divari territoriali esistenti.Autonomia locale vuol dire autogestione e noi al Mezzogiorno abbiamo certamente commesso molti errori, connaturati forse al nostro DNA. Ma senza il regionalismo le cose sarebbero andate diversamente? Il tema della crisi della vesuviana (emblematico della crisi del nostro territorio, siamo ultimi in classifica non solo sul trasporto ma in quasi tutti i settori) va letto con alcune considerazioni di fondo. Prima considerazione. È cambiata la vesuviana quando è cambiato il territorio dove si muove la vesuviana. Cosa erano Castellammare e Torre Annunziata quarant’anni fa? Luoghi operosi e vivibili, oggi invece sono dominati dalla disgregazione sociale e dal malaffare. Seconda considerazione. Sino agli anni settanta non esistevano problemi di bilancio: addirittura l’amministrazione virtuosa era quella che spendeva di più sul territorio, oggi è il contrario ed i risultati sono evidenti. Non è un caso che tutte le società del TPL da Roma in giù sono fallite, in concordato o in pessime acque. Al nord le ridotte disponibilità finanziare dello Stato sono state compensate dalle risorse dei ricchi enti locali, al sud gli enti locali sono poveri e spesso in dissesto. Terza ed ultima considerazione: che alternativa abbiamo allo stringere i denti, lavorare ed assumerci pesanti responsabilità per cercare di cambiare le cose?! Solo quella di lasciarsi andare alla lamentazione sterile che è esattamente la causa dei nostri odierni (o eterni) mali.

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