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lunedì 3 giugno 2024

Le spiagge senza bagnini «Anche 1.700 euro al mese ma ora i giovani scappano»

Da Massa Lubrense a Varcaturo mancano all'appello oltre 150 addetti 

IL CASO 

di Massimiliano D'Esposito - Il Mattino

Il mare del golfo di Napoli è pronto ad accogliere i bagnanti. Già da qualche settimana, nonostante i capricci del meteo, gli stabilimenti balneari lungo il litorale che va da Bacoli fino a Massa Lubrense passando per il territorio Vesuviano hanno riaperto i battenti. Sdraio, lettini ed ombrelloni sono allineati ed in attesa di residenti e turisti a caccia della prima tintarella di stagione. Ma i gestori dei lidi, mentre sperano che il sole cominci a splendere con regolarità, sono costretti a fare i conti con la carenza di personale. Un po' come accaduto già l'anno scorso quando l'intero comparto del turismo ha dovuto fronteggiare la mancanza di addetti per le più svariate mansioni. Per questa estate, però, c'è un problema in più: risultano insufficienti anche i bagnini di salvataggio. Si tratta delle figure professionali specializzate e qualificate per intervenire in caso di emergenza in acqua e preparate per prestare i primi soccorsi. Solo nell'area metropolitana partenopea ne servirebbero almeno 150 in più rispetto a quelli disponibili. «A questi si aggiungono i 300 che mancano in provincia di Caserta e gli ulteriori 150 del Salernitano, per un totale che arriva a 600 in tutta la Campania», spiega Marcello Giocondo, presidente regionale del Sindacato italiano balneari.

SPIAGGE LIBERE 

Un pesante handicap per gli stabilimenti balneari in vista dell'estate. Sono circa 680 i lidi attivi tra le tre province del litorale e tutti, per poter lavorare, hanno bisogno della presenza di un bagnino di salvataggio. «La legge impone che ce ne sia uno per ogni 80 metri di fronte mare, per cui alcuni esercizi devono averne anche due contemporaneamente - chiarisce Giocondo -. Senza dimenticare che anche sulle spiagge libere deve essere garantita la sicurezza. Il problema è che se la mia azienda subisce una verifica e il bagnino non c'è, rischiamo la chiusura immediata o, nel migliore dei casi, pesanti sanzioni. Molti Comuni, invece, per evitare di preoccuparsi di trovare personale qualificato al quale affidare la sorveglianza dei tratti di spiaggia libera, si limitano ad apporre gli avvisi che vietano i bagni proprio in ragione della mancanza di addetti al salvamento». 

I BREVETTI 

I bagnini per poter svolgere l'attività devono essere in possesso di un regolare brevetto. In Italia sono solo due gli organismi qualificati al suo rilascio: la Federazione italiana nuoto e la Società nazionale di salvamento. Ogni anno sono in media 10mila le persone che ottengono la certificazione, la maggior parte dei quali sono giovani o giovanissimi. Eppure i bagnini mancano, come si spiega? «Semplice - risponde il leader dei balneari della Campania -. La maggior parte di chi ottiene il brevetto ha come unico obiettivo quello di includerlo nel proprio curriculum da presentare nei concorsi statali come ad esempio quelli per l'ingresso nelle forze dell'ordine, considerato che garantisce un aumento del punteggio». La professione assicura uno stipendio base di circa 1.400 euro mensili. Non c'è da diventare ricchi ma non è neanche il caso di disprezzare una paga che poi, con il passaggio ai livelli superiori, può lievitare fino a sfiorare i 1.700 euro. Nonostante ciò è sempre più difficile reclutare bagnini. «Molti giovani, pur in possesso del brevetto, rifiutano il lavoro. E qui a Sorrento è ancora più arduo perché si tratta di figure necessarie anche agli alberghi per il monitoraggio delle piscine e delle spiagge private - spiega Francesco Schisano del lido Marameo -. Noi riusciamo a tamponare accollandoci le spese dei corsi per il brevetto (quello della Fin costa 150 euro, ndr), ma visto l'alto numero di strutture ricettive della Costiera è chiaro che la concorrenza aumenta. In passato Federalberghi ha organizzato corsi di formazione per fare in modo che i dipendenti degli stessi hotel decidessero di cambiare qualifica prospettando loro il vantaggio di non dover lavorare la sera. Senza dimenticare che si tratta di un compito difficile, che non si può affidare al primo arrivato». 

LA PREPARAZIONE 

Punto di vista condiviso da Marcello Giocondo. «Il brevetto da solo non basta - puntualizza il presidente dei balneari campani -. È necessaria anche una preparazione adeguata che andrebbe affidata all'autorità marittima ed ai Comuni attraverso i nuclei di protezione civile. I bagnini che hanno appena ottenuto la certificazione dovrebbero poi essere affiancati da esperti in salvamento per un periodo di praticantato di durata non inferiore ai due anni. Invece, purtroppo, le leggi attuali risultano inadeguate: bisogna capire che dalla competenza di questi ragazzi può dipendere la vita delle persone».

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