di Fabrizio Geremicca - Il ManifestoFulvio Martusciello
«Offro questo mio risultato al tavolo nazionale per le serene valutazioni che i leader vorranno compiere. Se mi chiedessero di candidarmi a presidente della regione sono pronto e ritengo di poter vincere». Parole di Fulvio Martusciello, europarlamentare di Forza Italia, che ieri, ancora una volta, si è fatto avanti in vista delle elezioni in programma in Campania ad ottobre 2025. Una dichiarazione, l'ennesima degli ultimi mesi, che suona come un'autocandidatura. Lo scorso 27 giugno aveva fatto di meglio. A Bellona, in provincia di Caserta, a margine di un incontro pubblico aveva detto sulla scia dell'entusiasmo per il risultato elettorale conseguito alle recenti europee: «Non sono io che mi candido a presidente della regione Campania. È il popolo di centrodestra che ha dato una indicazione chiara ai leader nazionali consacrandomi come il più votato in Campania». Alle ultime elezioni europee è stato in effetti il candidato campano più votato della coalizione del centrodestra nella circoscrizione meridionale, con 97.862 preferenze. Nella lista di Fi è arrivato subito dopo il segretario nazionale Antonio Tajani, che ha avuto 146.929 voti. Un buon motivo, dal suo punto di vista, per iniziare la volata verso il traguardo dell'autunno 2025, nella speranza di mettere la coalizione di fronte al fatto compiuto.
Chi conosce bene Martusciello, d'altronde, avvocato e funzionario della Banca d'Italia folgorato sulla via della politica da Berlusconi negli anni Novanta, sa bene che la modestia non è la sua miglior virtù. Chi visiti la sua pagina personale on line scopre, per esempio, che l'europarlamentare parla di sé in terza persona, senza omettere incarico alcuno tra quelli ricoperti in 30 anni di attività pubblica, compresa la presidenza della scuola regionale di polizia municipale e il ruolo di Difensore del Voto per Forza Italia. Il problema, però, è che le fughe in avanti di Martusciello cominciano a essere mal tollerate - per usare un eufemismo - in casa Fratelli d'Italia. L'epoca d'oro di Fi in Campania (quella dei fratelli Martusciello a Napoli, di Cesaro nell'hinterland e di Cosentino nella provincia di Caserta) è un ricordo e ormai il partito combatte per raggiungere a ogni elezione la doppia cifra nelle preferenze, quel 10% che, Berlusconi imperante, sarebbe stato considerato un insuccesso. Ecco, dunque, che ieri, mentre le parole di Martusciello facevano il giro delle agenzie di stampa e dei siti on line, è piombata la replica di Edmondo Cirielli, che in Campania è l'uomo forte di Fdi. Il centravanti di un partito che alle recenti elezioni europee nella regione ha ottenuto circa il doppio (19,41%) delle preferenze di Forza Italia, la quale ha raggiunto il 10,42%. Il viceministro degli Esteri, ex presidente della Provincia di Salerno, ha detto che è pronto a mettersi in gioco, «se serve alla Campania e al partito per vincere e mettere insieme la coalizione». Ha poi aggiunto: «Vedremo quali saranno le valutazioni a livello nazionale». Non senza rimarcare, però, che Fdi rivendica per sé almeno due regioni del sud. Una di esse parrebbe essere proprio la Campania, l'altra la Puglia. Una doccia fredda, insomma, sulle velleità da presidente di Martusciello, che a Palazzo Santa Lucia è stato già, ma solo come assessore alle Attività produttive della giunta Caldoro. La sfida tra Forza Italia e Fratelli d'Italia è aperta e non è detto che, nei prossimi mesi, non scenda in campo pure qualche esponente di spicco della Lega per rivendicare un ruolo da primattore. Circola, per esempio, il nome di Severino Nappi. Un pensiero in più per Giorgia Meloni e i suoi, che nei prossimi mesi si troveranno ad affrontare le bizze dei litigiosissimi esponenti del centro destra sul territorio.
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