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martedì 30 ottobre 2007

«Abbattere l’ecomostro alle giuste condizioni per la collettività e senza spese per l’erario»

È quanto chiedono le associazioni ambientaliste della Penisola Sorrentina, costituitesi in un Coordinamento per poter esprimere posizioni comuni e più efficaci sul caso dello scheletro di cemento armato sulla spiaggia di Alimuri. La vicenda, com’è noto, di recente ha subito una brusca accelerazione con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del “decreto d’urgenza” firmato da Prodi. Al Coordinamento, appartengono le associazioni di Legambiente, Italia Nostra, Verdi Ambiente e Società, MenteLocale, che da tempo sostengono l’impraticabilità urbanistica e gli svantaggi pubblici di quell’accordo. «Non si può ignorare» recita un documento reso noto dal Coordinamento «che, per i cittadini comuni, se le opere edilizie non vengono realizzate entro tre anni, le licenze perdono la loro efficacia. Evidentemente in questo caso si è utilizzato un metro diverso di giudizio». Secondo i membri del Coordinamento la questione non è soltanto locale. Se il famigerato protocollo d’intesa, firmato da Comune di Vico Equense, Provincia di Napoli, Regione Campania e Governo, dovesse essere messo in pratica, si costituirebbe un pericoloso precedente che potrà essere sempre utilizzato in casi simili a livello nazionale. «A fronte di ciò» continua il documento «e per evitare l’ulteriore manomissione del territorio e lo spreco di danaro pubblico, ci impegniamo a mettere in campo ogni iniziativa, compreso il ricorso al Tar, per difendere l'interesse generale dei cittadini e la tutela del paesaggio».

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