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giovedì 27 novembre 2008

Pd, Anna Finocchiaro: «Non escludo di candidarmi a segretario»

Lei esclude una sua candidatura alla segreteria del partito nel prossimo congresso? «Non lo so se lo farò, ma non escludo che lo faccia»: è la risposta lapidaria data dalla presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, a una domanda dell'intervistatrice nel corso del programma su Radio 3 «Faccia a faccia». Sulla possibilità di una scissione nel Pd tra dalemiani e veltroniani, Anna Finocchiaro esclude la possibilità: «Ci può giurare, fino a che campo non ci sarà nessuna scissione», spiega. Tuttavia, dice Finocchiaro, è vero che la gente non comprende i contenuti del dibattito interno. Premesso che «se si sta nello stesso partito il dibattito non deve trasformarsi in un conflitto», osserva, «i mass media rappresentano il problema in termini personalistici: D'Alema contro Veltroni. Ma - aggiunge - io vorrei sapere di che stiamo parlando». Secondo la presidente dei senatori democratici «è necessario aprire un dibattito vero e tutto pubblico sulle parole politiche dell'uno e dell'altro contendente, ammesso che questi contendenti ci siano: su come risolvere la crisi economica, su come fare la riforma giustizia, sul federalismo. solo questo può dare forza al partito e comprensibilità alla nostra politica. Per questo - ribadisce - io chiedo un dibattito vero prima in direzione e poi alla conferenza programmatica». Un altro punto essenziale del confronto interno è la gestione del partito, spiega la senatrice. «Non abbiamo ancora realizzato fino in fondo la strutturazione del Pd e il suo radicamento a livello locale. il tesseramento è appena cominciato ma io ritengo che fare del pd un partito con forte ancoraggio territoriale è di vitale importanza. Il congresso - conclude - si farà a ottobre ma da qui a ottobre bisogna definire le questione politiche e spiegare che la questione non è tizio contro caio ma investe i contenuti. Questo lavoro è assolutamente centrale». (Tratto da L’Unità)

1 commento:

  1. Stamm appost...
    Il vecchio (ed aggiungerei il pluriperdente) che avanza.
    Ma una volta non si eleggevano queli che dimostravano delle qualità di leadership di un certo livello?
    In questo PD e nel partito precedente si continuano a premiare i perdenti.
    Mha!?!

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