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domenica 21 febbraio 2010

Mare non balneabile "new entry" Vico Equense

Regione Campania - "Mare calmo sulla Campania, anzi immobile. Anche quest'anno nessun cambiamento significativo nella percentuale di costa campana non balneabile per inquinamento, ne in senso migliorativo che peggiorativo. Rimaniamo, purtroppo, con il primato negativo nazionale della costa non balneabile per oltre il 17%." E' il commento di Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico Legambiente Campania che analizza i dati della balneabilità in Campania per la stagione estiva del 2010 pubblicati dalla Regione Campania. "Sebbene a livello regionale- commenta Legambiente - non vi sono sostanziali cambiamenti, tra le province c'è qualche novità. Per la costa casertana diminuisce la notevole percentuale non balneabile, passando dal 65.8% al 61.0%. Per la costa napoletana incrementa dal 17.2% al 18.0% la fascia non balneabile, con importanti "new entry": Bacoli (spiaggia Romana - lido P.S.), Napoli (P.zza Nazzario Sauro), Torre del Greco (Spiaggia la Scala), Castellammare di Stabia (tra stabilimenti La Limpida e Lo Scoglio e tra stabilimenti Conte e Moderno), Vico Equense (Bagni Scrajo), Sorrento (Sant'Anna Marina Grande e tra Apreda e Aprea), Massa Lubrense (Marina di Lobra e La Scogliera), Sant'Agnello (Punta Sant'Elia). Anche la costa salernitana incrementa dal 7.3% al 7.6% la fascia non balneabile, con novità negativa per Salerno con due punti non balneabili :torrente Torrione e Colonia San Giuseppe. "Se andiamo a vedere l'andamento degli ultimi dieci anni - denuncia Chiavazzo di Legambiente Campania - nonostante ingenti finanziamenti, le continue denunce, gli scandali depuratori in Campania non si e' riusciti a migliorare la qualità delle nostre coste: nel 2001 si registravano 74 km di costa non balneabile che sono diventati 82 nel 2010. Il motivo d rimane lo stesso: gli Enti Locali, Comuni e Province, continuano a volere operare ognuno per proprio conto, campanilisticamente, invece di mettere a regime il Servizio Idrico Integrato attraverso i loro consorzi obbligatori, gli Enti d'Ambito Territoriale Ottimale. Il risultato è la mancata sistematicità e organicità degli interventi, i mancati investimenti, i mancati controlli sulla qualità del servizio fornito dai gestori. Senza dimenticare l'abusivismo edilizio dilagante, mega opere, illegalità nel sistema dei depuratori."

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