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lunedì 26 aprile 2010

De Luca vuole il Pd “catalano”

"Decidiamo qui in autonomia, senza aspettare i leader da Roma"

Un partito “catalano” con forte autonomia programmatica sul territorio, sganciato dai gruppi dirigenti nazionali. E questa la ricetta di Vincenzo De Luca, capo dell’opposizione di centrosinistra in consiglio regionale, per rilanciare il Pd in Campania. La proposta è stata lanciata a Caserta proprio nel giorno, 25 aprile, in cui si celebra la Resistenza. «Non voglio più aspettare le decisioni di Bersani, D’Alema o Veltroni. Saremo noi, d’ora in poi, a decidere il da farsi. E se loro vogliono, ci corrono dietro da Roma, altrimenti andiamo per la nostra strada». Messaggio forte e chiaro, applauditissimo nella sala stracolma di militanti del Pd. De Luca ha parlato di un partito nazionale a pezzi, autoreferenziale e incapace di dialogare con la gente. «Il comitato nazionale è stato più drammatico di quanto non abbia saputo esprimere Bersani. Il Pd è ridotto ad un partito regionale, cancellato in tutto il nord. E questo consoliderà equilibri di potere — è stato il ragionamento di De Luca— le cui conseguenze si faranno sentire nei prossimi quindici anni. Siamo fuori dal senso comune della gente. È talmente bassa la credibilità del gruppo dirigente che nessuno ci ascolta. Da quindici anni ci sono 40 dirigenti che girano di qua e di là, ma sono sempre gli stessi. Parlano un linguaggio che è sconosciuto al 90% della popolazione italiana. E non possiamo nemmeno più vantarci di avere dalla nostra “la buona amministrazione”. Abbiamo perso il comune di Bologna perché al sindaco piaceva “il pelo”. Questa è la verità». Ma è sul piano regionale che De Luca lancia la sua sfida. «Diciamocela tutta: Abbiamo perso perché abbiamo pagato il fallimento drammatico del governo regionale in questi dieci anni. Se c’è chi pensa che dopo le elezioni si ritorna al passato e si comincia di nuovo la quadriglia, ha sbagliato di grosso. Perché ora si volta pagina e si cambia tutto. Avrebbero solo dovuto chiedere scusa ai cittadini della Campania per i disastri combinati» (di Raffaele Sardo da la Repubblica Napoli)

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