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mercoledì 28 aprile 2010

Pd, sul capogruppo le mire dei bassoliniani: subito scontro

Regione Campania - Le fibrillazioni, nonostante i richiami all’unità, ci sono eccome. E oggi pomeriggio i mal di pancia potrebbero iniziare a venire alla luce del sole. Ore 17, segreteria regionale del Pd in via Orsini: prima riunione (strettamente informale) tra i neoconsiglieri regionali dopo la proclamazione degli eletti. Ufficialmente è per fare il punto, iniziare a organizzarsi per la battaglia di opposizione. Ma in mezzo ci sono le aspirazioni di chi ambisce a ricoprire un incarico di peso. Si vedrà stasera come si cercherà di disinnescare la faccenda, anche perché le votazioni interne potrebbero intersecarsi anche con la designazione del capogruppo comunale. Ovvero cedere all’area non bassoliniana il posto a palazzo San Giacomo per avere in cambio quello da capogruppo pd in consiglio regionale. Per questo si susseguono contatti e riunioni per sondare l’aria. Come l’altra sera quando si sono visti il segretario Amendola, il vice Tuccillo, l’ex segretario provinciale dei Ds Massimo Paolucci, il parlamentare Salvatore Piccolo, con i consiglieri Peppe Russo e Lello Topo. E quest’ultimo, primo degli eletti con le sue quasi 27mila preferenze ed espressione dell’area moderata che ruota attorno a Salvatore Piccolo (alleato di Vincenzo De Luca), non è un mistero, aspira alla poltrona. Un posto che viene rivendicato con forza, però, anche dall’anima bassoliniana. Anche per rispettare l’equilibrio del Pd. Perché, è il ragionamento, un’esperienza ultradecennale, napoletana soprattutto, non può non vedersi rappresentata adeguatamente in consiglio regionale. E se il ruolo di capo dell’opposizione tocca naturalmente a Vincenzo De Luca, altrettanto naturale, il ruolo di capogruppo dovrebbe andare all’espressione dell’area opposta. Oggi il nodo sarà sicuramente messo sul tavolo (anche se il voto ci sarà solo nei prossimi giorni). Anche perché ai bassoliniani non vanno giù gli atteggiamenti assunti negli ultimi giorni dal sindaco di Salerno. A cominciare da domenica quando a Caserta ha rivendicato un modello diverso di Pd («il modello catalano») passando per ieri e l’altro ieri quando, sulla sua pagina ufficiale di Fb, ha continuato ad attaccare Bassolino. «Diciamocela tutta: abbiamo perso perché abbiamo pagato il fallimento drammatico del governo regionale», ha scritto lunedì; «Se c’è chi pensa che dopo le elezioni si ritorna al passato e si comincia di nuovo la quadriglia, ha sbagliato di grosso», ha esternato ieri. «Insomma - ragionano i bassoliniani - De Luca non può fare il capo dell’opposizione, essere ancora sindaco anche se incompatibile, lanciare l’opa sul partito ed avere anche un capogruppo di riferimento». E i bassoliniani di stretta osservanza (Cortese, Marciano e Valiante) ma anche i lettiani (Casillo e Pica) e l’area Franceschini potrebbero chiedere maggiore equilibrio. Mentre i vertici regionali del Pd lavorano affinché il nome del capogruppo sia votato con ampio consenso evitando conte interne all’ultimo sangue. (ad. pa. Il Mattino)

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