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venerdì 30 aprile 2010

Per salvare Cucchi sarebbe bastato un bicchiere di acqua e zucchero

Abbandonarono Stefano Cucchi al suo destino. Non gli palparono nemmeno il polso. Gli inquirenti della Procura di Roma rispetto alla condotta contestata a 5 medici dell'ospedale Sandro Pertini ed a tre infermieri, sono chiari. Medici e infermieri "volontariamente omettevano di adottare qualunque presidio terapeutico al riscontro di valori di glicemia ematica pari a 40 mg/dl, rilevato il 19 ottobre, pur essendo tale valore al di sotto della soglia ritenuta dalla letteratura scientifica come pericolosa per la vita, neppure intervenendo con una semplice misura quale la somministrazione di un minimo quantitativo di zucchero sciolto in un bicchiere d'acqua che il paziente assumeva regolarmente, misura questa idonea ad evitare il decesso". "Volontariamente omettevano di intervenire effettuando un elettrocardiogramma che appariva assolutamente necessario, anche in relazione al riscontro in data 17 ottobre di una frequenza cardiaca pare a 46 Bpm, limitandosi ad annotare nella cartella clinica un asserito rifiuto del paziente a sottoporsi all'esame Ecg, senza adoperarsi per ottenere un consenso informato documentato e sottoscritto del paziente, non adottando neppure attraverso una semplice palpazione del polso alcuna misura diagnostica atta a controllare l'evoluzione della bradicardia, né adottavano alcun presidio diagnostico diverso al fine di chiarire l'origine di tale bradicardia, che in data 21 viene segnalata in cartella pari a 36 Bpm, omettendo inoltre il controllo seriato degli elettrodi e della glicemia, accertamenti questi di assai semplice esecuzione in presenza di prelievi ematici quotidiani". (Apcom)

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