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martedì 26 ottobre 2010

Fiat di Pomigliano e lavoro in Polonia

Scrivo a nome di alcuni italiani residenti nel sud Polonia: abbiamo visto la tv italiana con i fatti di Pomigliano, tante bandiere rosse e ancora scioperi. Diciamo a Marchionne: ti sta bene, hai voluto lasciare la Polonia, qui non sarebbe mai successo un fatto simile. In Italia non sanno ancora cosa vuol dire la falce e martello sul collo, come invece l’hanno subita qui dal dopoguerra fino al 90. La scorsa settimana i media polacchi avevano annunciato che i dipendenti dei supermercati erano intenzionati a fare uno sciopero «all’italiana». Cosa invece abbiamo visto? Niente rumore, niente volantinaggio e nemmeno sciopero. I proprietari hanno semplicemente avvisato che chi si permetteva di contestare sarebbe stato licenziato subito. Eppure questi dipendenti avrebbero il motivo: per un mensile di 150 euro lavorano 40 ore settimanali, sabato compreso, devono svolgere qualsiasi mansione; l’impiegato o la cassiera deve essere anche disponibile a scaricare il camion quando arriva la merce o fare altro e sovente rimanere oltre le otto ore giornaliere, senza aumento di salario. Per ultimo: lo scrivente, ex prof in pensione, fa ripetizioni gratuite a studenti delle superiori: mi dicono che le classe sono composte di 36 allievi, e i prof hanno uno stipendio di un operaio. Meditate, italiani, meditate. (Michel B. Champion KATOWICE (PL) lettere al Mattino)

1 commento:

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