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venerdì 27 maggio 2011

Claudia Scaramellino: “I limiti del centro sinistra e quelli del sindaco”

SS. Trinità, scuole, asilo nido e politiche sociali al centro del mio impegno

Vico Equense - E’ stata il consigliere comunale più votato della minoranza. 293 preferenze raccolte. Un bel risultato per Claudia Scaramellino, uno dei pochi a salvarsi nella debacle generale del centro sinistra. Ed anche una bella soddisfazione personale dopo le dimissioni polemiche dal partito democratico. “Un grazie ai tanti elettori che mi hanno voluto dare fiducia, singoli e associazioni. I tanti consensi raccolti rappresentano per me una grande responsabilità ed un impegno ad onorare fine in fondo il mandato che mi è stato assegnato” questa la prima considerazione del neo eletto consigliere. Perché il centro sinistra ha preso una mazzata così forte? Perché la funzione di controllo esercitata in consiglio comunale dalla minoranza non può essere ridotta solo alle denunce. Sia chiaro: il rispetto della legalità è per me un valore decisivo, ma insieme al controllo deve esserci la proposta in grado di rappresentare i bisogni concreti della gente e la capacità di risolvere i problemi di ogni giorno. Questo il limite che abbiamo pagato anche sul piano elettorale. Contro questo modo di fare mi sono battuta in passato. L’unico limite è questo? No, c’è anche un problema più generale che riguarda i partiti, ridotti a luoghi in cui prevalgono i personalismi e la ricerca di visibilità e che hanno perso la funzione originaria di rappresentare le domande presenti nella comunità. Nel vuoto che abbiamo lasciato si è inserito il sindaco con i suoi metodi.



Perché il sindaco ha vinto?
Da una parte perché ha un rapporto molto immediato con la gente, sfruttando il carattere molto aperto che si trova. Poi c’è il personaggio che egli stesso ha costruito. Un personaggio che ama mostrarsi nei ruoli minimali del capomastro, del tagliaerba, il sindaco che previene il saluto dei cittadini. E poi ha cavalcato una concezione tipica del berlusconismo: l’efficienza al di là delle regole, le regole intese come intralcio e non come garanzia democratica. L’assenza di una proposta alternativa, concreta e praticabile, ha fatto prevalere questo tipo di cultura. E poi basta confrontare il modo di fare del nostro sindaco e quello dei comuni vicini. Perché qual ‘è la differenza? Prendiamo il comune di Sorrento. Retto da un ‘amministrazione di centro destra come quella di Vico. Ma c’è una diversa sensibilità e attenzione al verde ed all’ambiente. Quando si realizzano opere pubbliche sono abbellite da aiuole, tanto spazio è lasciato al verde, mentre noi avremo una piazza davanti al nuovo comune, bella quanto si vuole, tutta di pietre senza verde. Da dove ripartire? Dall’ascolto costante dei bisogni della gente. Dai diritti negati delle persone. Nei lavori fatti fuori alla chiesa di san Ciro e sbandierati dal primo cittadino,manca lo scivolo per i disabili. Chi vive in carrozzella deve continuare a fare il giro lungo. E’ assurdo che vicino ad una chiesa nessuno abbia sollecitato attenzione per i diversamente abili. Inoltre, ci sono parti del paese ancora abbandonate e che non hanno beneficiato del presunto efficientismo del primo cittadino. Un esempio per tutti: via punta la Guardia. Vorrei ripartire dalla necessità di un rilancio economico che crei lavoro vero e non lavoretti abborracciati e mal pagati. Dalla casa di riposo ancora chiusa. Dall’asilo nido per le donne lavoratrici che in questo paese, pieno di box auto, manca ancora. Dai servizi sociali che vanno potenziati, ma soprattutto qualificati. Dalle scuole che meritano più attenzione. Solo per fare qualche esempio. Di quali proposte si farà rappresentante in consiglio comunale? I temi che prima ho elencato saranno trasformati in altrettante proposte. Serve, poi, una commissione pari opportunità. Perché la parità a Vico come in Italia è ancora una chimera, visto che le donne devono reggere un doppio ruolo, di madri e lavoratrici e mancano servizi adeguati. Poi c’è la questione della santissima trinità. Uno dei pochi edifici monumentali presenti nel nostro comune e in cui l’intera comunità si riconosce. Mi impegno a far rispettare la volontà espressa da tremila cittadini che hanno firmato una petizione in cui si chiede di lasciare le scuole nell’edificio, di non realizzare il parcheggio interrato e che il comune deve acquisire al proprio patrimonio la struttura per evitare operazioni di stampo privatistico. Inoltre, le scuole, intese come comunità di docenti, alunni e famiglie saranno sempre presenti nel mio impegno di consigliere comunale. (Fonte: Agorà della Penisola Sorrentina)

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