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sabato 28 maggio 2011

Elezioni, il silenzio di Bassolino. Mai accaduto

Fonte: di Simona Brandolini da il Corriere del Mezzogiorno

Con la querela a Roberto Saviano, Antonio Bassolino ha alzato per un istante il velo di silenzio steso sulla competizione elettorale. Ma poi l’ha calato di nuovo. Non era mai accaduto negli ultimi diciotto anni che l’ex governatore, anche se sul filo di lana e con molte riserve, non partecipasse, o direttamente in quanto candidato, o come supporter del candidato di centrosinistra, ad una prova elettorale. Mai, tranne questa volta. E vuol dire due cose. La prima più scontata. Lo tsunami de Magistris, se ancora vi fosse bisogno sottolinearlo, ha definitivamente chiuso un ciclo e spazzato via anche quel poco di polvere rimasta sotto il tappeto. L’ex pm ha caparbiamente condotto la campagna elettorale contro. Contro la destra di Cosentino, ma soprattutto contro la sinistra di Bassolino. Vincendo così il secondo round delle primarie, ovvero il primo turno delle amministrative. La seconda, forse meno scontata: il partito romano che tante volte (ogni volta) ha chiesto a Bassolino l’appoggio anche di candidati indigesti, stavolta non l’ha fatto. È il 4 giugno del 2009. Claudio Velardi (sì proprio lo spin doctor di Lettieri) è assessore regionale al Turismo. In piena campagna per le provinciali ed europee invita il popolo dei blogger a non votare.



Soprattutto a non sostenere né Luigi Cesaro, né Luigi Nicolais. Massimo D’Alema chiede la testa del suo ex collaboratore filoastensionista. Bassolino media e nonostante, è risaputo, la campagna del professore si sia tutta giocata sulla discontinuità, l’allora governatore dice: «In questi ultimi giorni bisogna intensificare e lavorare con tutte le energie e le proprie forze per il voto al Pd. In primo luogo per la Provincia. Sono elezioni dirette e, dunque, si vota su programmi e coalizioni, ma anche e soprattutto su persone, ed è evidente che Gino Nicolais può assicurare una direzione di qualità alla Provincia di Napoli». Poi va a finire male, anzi malissimo. Il che significa che le truppe non è che si siano mosse più di tanto. Ma formalmente Nicolais ha l’appoggio di Bassolino. La scena si ripete. L’anno successivo, il 27 marzo del 2010, è il giorno dell’addio di Bassolino alla Regione. Candidato è uno dei suoi nemici storici: Vincenzo De Luca. I due non si sono mai risparmiati colpi a distanza. Ma a poche ore dal voto, prevale la causa comune. «Non sono interessato a nessuna resa dei conti — spiega dal palco della Mostra d’Oltremare —. Sostengo De Luca, candidato politicamente più forte di Caldoro». Arriviamo al primo turno delle amministrative. L’ultimo blog elettorale dell’ex governatore è datato 25 aprile 2011. S’intitola Milano, Napoli. «E dovere di ognuno — scrive — dare il proprio contributo perché questa storia (la storia del centrosinistra, ndr) possa avere un nuovo futuro. Nella vita di ogni città vi sono momenti diversi e diverse possono dunque essere le figure di sindaco. Mario Morcone può essere, in questa fase, un ottimo sindaco di Napoli. Un sindaco, com’è giusto, diverso sia da me che sono stato a Palazzo San Giacomo dal 1993 al 2000 sia dalla Iervolino che da allora regge la città. Concretezza ed esperienza, managerialità amministrativa, propensione per il lavoro di squadra, voglia di mettersi alla prova sono le sue caratteristiche. La sfida è difficile ma la partita è aperta. Adesso è essenziale andare al ballottaggio con un buon risultato. Dopo, al secondo turno, è un’altra partita e il centrodestra può essere sconfitto». Ha ragione Bassolino. Il centrosinistra può vincere la sfida. Ma questo è il centrosinistra di de Magistris, non quello di Morcone. E il laboratorio dell’ex pm che, se sindaco, porterà in dote al consiglio comunale scranni di Idv, della Federazione di sinistra, della sua civica. Sarà ricordata questa tornata elettorale per molti motivi. Per la prima volta quando gli elettori apriranno la scheda elettorale non troveranno il simbolo del primo partito del centrosinistra. Non è mai accaduto che gli eredi di Amendola, Ingrao, Berlinguer, Valenzi e Napolitano, del Pci e del Pds, fossero esclusi. A mezzanotte scatta il silenzio. Antonio Bassolino tace. De Magistris è il nuovo re di Napoli. Comunque vada.

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