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lunedì 27 maggio 2013

I protagonisti ai seggi per controllare i consensi

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis

Sant’Agnello - Il solito «spettacolo ». Una tradizione che si rispetta. Anche se piove e il vento soffi a forte, come un flagello. Un’orda di candidati piazzati all’ingresso dei seggi a «vigilare» l’andamento delle elezioni. Altro che forze dell’ordine e vigili urbani. C’è chi fuma valanghe di sigarette per ingannare l’attesa, qualcun altro invece si accomoda al bar a sorseggiare l’ennesimo caffè di una domenica lunga e fredda, ma soprattutto decisiva. Lanciare uno sguardo fiero agli indecisi, farsi vedere sul campo, tentare di farsi un’idea dell’andamento aspettando la chiusura della tornata: un menu che non cambia. Mai. È la Sant’Agnello che deve decidere il nuovo sindaco, «raccolta» in 8 sezioni e che dopo il commissariamento dell’ente finalmente potrà tornare ad avere un’amministrazione comunale. Gian Michele Orlando, Piergiorgio Sagristani e Rosario Salerno: in tre in corsa per la fascia tricolore, in tre in battaglia per la fascia tricolore. Due ex sindaci e una new-entry che promette di convincere i delusi, offrendo sul campo un’alternativa ai big storici della Sant’Agnello andata in copertina nell’ultimo mese per le faide, i contrasti e le accuse avvelenate fra tutti i candidati. Altro che programmi. Una campagna elettorale tutt’altro che filata via liscia, tanto che – complice il maltempo – ieri l’affluenza è stata a dir poco sotto la media. Un dato in netto contrasto con le elezioni di cinque anni fa, quando Orlando batté Antonio Coppola con un plebiscito salvo poi finire nell’occhio del ciclone di Sagristani.
 
Che intende riprendersi lo scettro e ridare vigore ai suoi fedelissimi. Un po’ come Salerno, segretario nazionale dei Cristiani democratici che spera in un clamorosa elezione di don Nicola De Maria, il prete politico. Il reggente della chiesa di San Biagio, però, almeno fi no a ieri ha deciso di disertare le urne. Non è andato a votare. Mistero sulla scelta, oggi però all’ultimo minuto potrebbe decidere di raggiungere il seggio e mettere la «x» sulla scheda della discordia. Perché, non è storia di oggi, la sua candidatura è stata subito bocciata dai vertici della Curia: basti pensare alla lettera con cui il vescovo della diocesi Sorrento- Castellammare di Stabia, monsignor Francesco Alfano, invitò il prelato a un immediato dietrofront, parlando apertamente di «contrasti» con la legge. A 79 anni, don Nicola sogna un’elezione a consigliere comunale di Sant’Agnello, ma se gli dovesse andar male ha già fatto trapelare l’intenzione di puntare addirittura al Parlamento. Eppure, la fiducia non è mai venuta meno. Né al sacerdote né agli amici che l’hanno accompagnato nell’avventura politica, rispedendo al mittente le accuse piombate pure sul social network Facebook dove qualcuno, così come capitato più volte in passato, mascherandosi dietro un «fake», l’ha insultato senza alcun tipo di indugio. Salvo poi sparire nel nulla. Proprio come i candidati che hanno presidiato fino alle 22 i seggi: andati a casa, stanchi, poi a riposare. Per un’altra giornata infernale. Quella in cui si tornerà a duellare, quella in cui Sant’Agnello saprà chi è il suo sindaco. Salvatore Dare

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