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martedì 29 marzo 2016

Circum chiusa dopo gli Scavi odissea per 11mila a Pompei


Stop ai treni, pochi avvisi: turisti costretti a ricorrere a taxi e bus 

Fonte: Susy Malafronte da Il Mattino 

Pompei - È stata Pasqua da incubo per 11mila turisti degli scavi, quella trascorsa a Pompei, rimasti a piedi dalla Circumvesuviana. Una Pasqua che difficilmente dimenticheranno. Dopo le bellezze uniche del sito archeologico, i turisti si sono scontrati con una realtà angosciante. Lo stop ai treni è scattato alle ore 13 di domenica, mentre il sito archeologico ha chiuso alle 17. Si è scatenato l'inferno. Non sono mancati pianti di disperazione e scene di panico. Russi, americani, tedeschi, francesi sono andati nel panico quando, una volta raggiunta la stazione di Pompei-Scavi, hanno compreso che il loro treno per Napoli e Sorrento non sarebbe mai passato, almeno fino alle 7 del giorno dopo. Eppure gli era stato venduto un biglietto di andata e ritorno, senza però essere stati informati che alle 13 sarebbe scattato il coprifuoco dei mezzi di trasporto pubblici.
 
La dirigenza della Circumvesuviana precisa che sul portale c'erano tutte le indicazioni. Quanti stranieri, prima di partire, hanno pensato di collegarsi al sito internet della Circum, per informarsi sugli orari dei treni, quando loro provengono da realtà in cui i mezzi pubblici effettuano corse ogni 5 minuti e 24 ore su 24? Una sorta di avviso - un foglio scritto a penna e solo in italiano - è comparso per qualche ora all'intemo della stazione di Villa dei Misteri. «Talmente insignificante che nessuno lo ha notato», spiegano gli operatori turistici, che hanno dovuto farsi in quattro, recuperando mezzi di trasporto improvvisati, per consentire ai turisti di raggiungere gli alberghi, di Napoli e Sorrento, dove alloggiavano. Il panico, però, non si è diffuso solo tra gli stranieri in visita a Pompei. Nelle stesse condizioni di «ostaggio si sono trovati anche i turisti che hanno trascorso il giorno di Pasqua a Sorrento, Ercolano, Stabia e Oplonti. A darsi un gran da fare sono stati i taxi e le auto a noleggio con autisti, arrivando ad effettuare fino a 30 viaggi, ognuno, da Pompei a Napoli e a Sorrento. I turisti che non potevano permettersi la spesa dei mezzi privati, e che dovevano rientrare a Napoli, hanno optato per il bus che porta al Vesuvio e, dopo la visita al cratere, sono scesi ad Ercolano e a piedi sono arrivati fino all'albergo del centro storico partenopeo. «È inconcepibile - racconta Eric, americano di New York a Pompei con la moglie e il figlio di 10 anni - che in una città prestigiosa come questa, dall'alto valore storico-culturale, non ci siano mezzi di collegamento con Napoli». Come Eric, altri 11mila stranieri, sono giunti a Pompei la mattina di Pasqua, rimanendo bloccati all'ombra degli scavi. A Sorrento e Napoli, invece, si e verifìcato il problema inverso. Molti turisti avevano programmato di visitare l'antica città romana di pomeriggio. Sono rimasti delusi quando hanno saputo che i treni della Circum erano fermi per «festività». Le antiche vestigia, così, hanno perso l'occasione di fare il tutto esaurito nel giorno di Pasqua perdendo, in arrivi di turisti e incassi. Ritornata la normalità, a Pasquetta la «regina» dell'archeologia ha sfiorato i 14mila ingressi. Vista l'alta concentrazione di stranieri, in particolare americani, ha fatto scattare, dalla Questura di Napoli, un piano di sorveglianza speciale anti-terrorismo. Uomini in borghese e in divisa si sono mescolati tra i turisti. Controlli anche dall'alto con l'elicottero della polizia che ha sorvolato i cieli della città archeologica tutto il giorno. Secondo la mappa diffusa dal Viminale, gli scavi di Pompei, sono al primo posto tra gli obiettivi sensibili individuati dai terroristi dell'Isis. Le squadre anticrimine della Questura, coordinate sul campo dal vicequestore aggiunto Angelo Lamanna, hanno controllato ogni singolo zaino, perquisito ed identificato tutte le persone sospette. Il dirigente Lamanna ha personalmente provveduto a controllare il contenuto degli zaini. Dal data-base della polizia non sono risultati nominativi di persone ricercate. Intanto, oggi, la città nuova, fondata dal Beato Bartolo Longo compie 88 anni. Non sono mancati gli auguri ai cittadini da parte dell'arcivescovo Tommaso Caputo e dal sindaco Ferdinando Uliano. «In poco più di cinquant'anni quella che, nel 1872, al primo arrivo dell'Avvocato Bartolo Longo, era una valle abbandonata, divenne una ridente cittadina, con tutti i servizi essenziali, tale da meritarsi di diventare comune autonomo», ha scritto monsignor Caputo nella lettera di auguri al sindaco. «Dalla collaborazione leale, rispettosa e concreta tra tutte le forze positive della città potranno, così, nascere e crescere progetti e realizzazioni necessari per uno sviluppo globale e funzionale. La nostra Pompei rappresenta un unicum nel panorama mondiale, in quanto punto d'incontro tra fede e carità, storia e religione, arte e devozione»: parole dell'arcivescovo, condivise in pieno dal primo cittadino di Pompei Ferdinando Uliano.

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