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lunedì 20 febbraio 2017

Intervista a Flora Beneduce - Il medico che vuole migliorare la sanità

Flora Beneduce
Flora Beneduce, consigliere regionale, è componente della commissione sanitaria e della Presidenza 

Fonte: Mimmo Sica da Il Roma 

Vico Equense - Flora Beneduce è un'autentica self made women nello scenario della politica campana. Specialista in Diabetologia e Direttore dell'Unità Operativa Complessa degli Ospedali Riuniti della Penisola, è consigliere regionale, componente dell'Ufficio di Presidenza ed è componente delle commissioni regionali Sanità, Ambiente, Agricoltura e Trasparenza. «Sono nata a San 'Antimo e vivo a Vico Equense, due contesti completamente diversi ma a cui sono profondamente legata. La mia vita corre sull 'asse Sant' Antimo - Vico Equense, un contatto mai interrotto con la mia famiglia, i miei amici e il territorio». Come nasce il suo interesse per la politica attiva? «Mi sono dedicata attivamente ad attività sociale fin da giovane in qualità di medico condotto e da allora mi sono occupata soprattutto di problematiche assistenziali. Ho una forte passione per il territorio e il mio senso della politica è quello di stare fra le gente, ascoltando i problemi e i disagi di ciascuno e cercando di portare a livello istituzionale le criticità e le risoluzioni. E un ruolo, quello politico, costruito con il consenso e il sostegno delle persone che mi hanno dato fiducia e che mi hanno votato con la certezza di essere rappresentate a livello regionale». Il risultato immediato di questa esperienza?


«Il lavoro svolto fino ad oggi in consiglio regionale è stato molto produttivo oltre che interessante. Il mio è un percorso parallelo con quello professionale, ma anche complementare e integrativo. Le tematiche affrontate da subito hanno riguardato soprattutto il settore socio-sanitario e con forza ho lavorato per dare risposte precise in situazioni molto critiche. Ho aperto delle sessioni di ascolto per ogni tema trattato, perché la politica deve tradurre e portare a soluzione le problematiche dei cittadini». Perché la scelta di un partito come Forza Italia? «Forza Italia è un partito liberale con ideali di concretezza e di una politica degli obiettivi prefissati e raggiunti. E un partito moderato vicino a tutte le classi sociali nel rispetto delle diverse posizioni». Secondo lei quali sono le condizioni di criticità della sanità in Campania? «La salute è un diritto fondamentale, è un principio a cui la Campania non può derogare. L'emergenza continua, che soffoca gli ospedali, è un 'emergenza da sovraffollamento. Anni e anni di commissariamento e quattro modelli organizzativi diversi negli ultimi dieci anni hanno portato questa regione agli ultimi posti per i livelli essenziali di assistenza». Ci sono delle responsabilità in merito e c'è qualche soluzione? «Ritengo che bisogna utilizzare meglio la figura del medico di base, ovvero il medico di famiglia a cui compete prestare la prima assistenza. Ma non solo, ha un ruolo importante anche nella prevenzione e garantisce l'accesso al paziente ai servizi sul territorio. Riorganizzare la rete territoriale partendo dai medici di base è una soluzione per decongestionare gli ospedali». E l'ospedale del Mare? «L' Ospedale del Mare ha contribuito a determinare aspettative che fino ad oggi sono state disattese, svuotando le funzioni degli ospedali cittadini e depauperando quelli della provincia senza una concretezza sui tempi di apertura a pieno regime che viene rinviata da anni. Questa situazione di incertezza ricade sui cittadini che oramai cercano soluzioni per la loro salute fuori regione, con ricadute economiche sulla nostra regione contribuendo ad aumentare la spesa sanitaria». Tante le incongruenze e comportamenti censurabili di chi "gestisce" la sanità campana. C'è un caso, in particolare, che l'ha vista in prima linea... «Riguarda l Ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. Il decreto regionale 49/2010 stabilì la realizzazione presso questo nosocomio, già sede di cardiologia e unità coronarica, di una struttura di emodinamica. Impropriamente tale struttura di veniva assegnata al Presidio ospedaliero di Boscotrecase dove ancora oggi manca di un reparto di cardiologia. Mi risulta inoltre che nonostante l'impegno economico per l'acquisto della strumentazione essa giace ancora imballata. Con forza e determinazione ho presentato un 'interrogazione al "question time " in consiglio regionale per ribadire la necessità di fornire tale strumentazione presso l'ospedale San Leonardo di Castellammare. Dea di I livello, al fine di assicurare ai cittadini della costiera sorrentina, dei Monti Lattari e ai tanti turisti che frequentano questi territori, l'assistenza dovuta per alcune patologie tempo-dipendenti. Il recente provvedimento commissariale di riorganizzazione della rete ospedaliera ha previsto, così come opportuno che fosse, la struttura di emodinamica per il San Leonardo di Castellammare». Ritiene che ci siano altre problematiche rispetto ai presidi di Pronto Soccorso? «Il piano regionale di Programmazione della Rete Ospedaliera contenuto nel decreto del Commissario ad acta 33/2016 dell 'autunno scorso prevede la chiusura del pronto soccorso di alcuni presidi. Questa soluzione organizzativa doveva essere attuata in parallelo con l'apertura delle Unità Complesse di Cure Primarie istituite con legge nazionale. Ma così non è stato e quindi assistiamo ad un ulteriore sovraffollamento dei Pronto Soccorso (di quelli che restano) anche perché in assenza di una rete territoriale organica gli ospedali diventano il solo punto di riferimento a cui si ricorre anche per un banale raffreddore. Intanto la Campania nelle statistiche risulta essere la regione più giovane d'Italia: è il risultato di una politica sanitaria scellerata perpetrata nel! 'ultimo decennio. Più giovani? Certo, si muore prima». È possibile decongestionare il Cardarelli, il più grande nosocomio del Meridione? «Per decongestionare il Cardarelli bisogna aprire al più presto il Pronto Soccorso cardiologico ali Ospedale Monaldi che tra l'altro è indicato come Hub di riferimento per patologie cardiache: questa soluzione potrebbe evitare in tal modo almeno in parte i ricoveri in barelle al Cardarelli». Quale soluzione propone per la sanità campana? «Un sistema sanitario sostenibile. E innegabile pensare che il nostro sistema sanitario vada salvato. La sanità pubblica è un bene comune da tutelare ed è una conquista sociale da preservare alle future generazioni. 1 fattori che oggi minano la sostenibilità sono rappresentati dal progressivo invecchiamento della popolazione e quindi dall'aumento delle patologie croniche. Il costo crescente dell 'innovazione farmacologica (farmaci per epatite C) ed il costante aumento della domanda di prestazione da parte dei cittadini richiede, per garantire la sostenibilità, un definanziamento pubblico, la riduzione degli sprechi e l'aumento del valore dell'assistenza. Il medico di base deve saper bilanciare le esigenze del paziente e l'utilizzo delle risorse in modo efficace ed efficiente. Solo così è possibile ottenere dei risultati importanti, quali ad esempio decogestìonare le liste d'attesa da richieste inappropriate, specie diagnostiche, che non possono essere giustificate in nome di una medicina difensiva». Come ha caratterizzato il suo ruolo di consigliere regionale? «.Occupandomi di aspetti socio-sanitari e non solo. Sono molto soddisfatta del lavoro fino ad ora svolto perché all'esame delle commissioni ci sono proposte di legge di mia iniziativa molto significative. Mi riferisco alle disposizioni in materia di disturbo da spettro autistico, del riconoscimento del Caregiver, della Pet Therapy. Sono provvedimenti che sostengono le famiglie, i pazienti e la comunità scientifica. Ma non ho lasciato indietro donne e anziani proponendo delle norme per i figli delle vittime del femminicidio e un fondo di solidarietà a favore degli anziani truffati. Un accenno meritano anche le proposte di legge sulla clownterapia, sulla celiachia, sulle palestre della salute, sulla mutuazione genitale femminile, interventi per gli orti didattici urbani e suburbani, degli agrinido e agritata... Un elenco lungo». E la sua professione di medico è per il momento in secondo piano? «Assolutamente no, per me fare il medico è una vocazione a cui non posso rinunciare. Sono in aspettativa, ma questo non mi impedisce di fare volontariato, che per definizione è a titolo gratuito, perché la grande passione per il mio lavoro di medico è immutata. Sono responsabile di un centro regionale di dislipidemia familiare allocata presso il presidio ospedaliere di Vico Equense e questo mi "obbliga" moralmente ad andare al centro per dare indicazioni e incontrare i pazienti. Sempre come volontaria, da diabetologa sono nelle piazze con i camper nelle giornate dedicate a questa malattia perfore prevenzione. In ogni caso sono sempre a disposizione dei pazienti senza limite di tempo». Qual è l'esperienza più significativa del suo percorso nel volontariato? «L'Arcivescovo di Sorrento - Castellammare, dovendo istruire nella nostra diocesi un processo su una presunta guarigione miracolosa attribuita alla Beata Caterina Volpicelli, conoscendo la buona fama e l'onestà del mio operato di medico mi affidò l'incarico di perito del Tribunale Ecclesiastico. Dopo il processo diocesano è con grande emozione che partecipai alla canonizzazione della Santa alla presenza di Papa Ratzinger». Nel frattempo, fra tutti questi impegni, che posto occupano suo marito e i suoi due figli? «Fanno parte della mia vita in maniera totalizzante e ci dedichiamo il tempo necessario per rafforzare sempre di più il nostro legame».

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