«MI sembra si stia esagerando». È il primo commento di Emma Giammattei. Lei, pomo della discordia fra Bassolino (e De Mita) e Nicolais, fa trapelare questa prima sensazione dopo l´intemerata di Bassolino contro il ministro «destabilizzatore». Lo fa pacatamente, come direbbe Crozza di Veltroni, senza virulenza retorica, ma con la calma di chi ritiene che la storia sia dalla sua parte. «Infatti - dice - vorrei ringraziare De Mita».
Di cosa?
«Di avermi detto che sono ottocentesca. Una qualifica che rivendico. Mi sento ottocentesca, di quella tradizione che da Croce risale a De Sanctis. Erano forse arretrati? E coltivo anche la passione di Gobetti, di quelli che magari saranno un po´ professori astratti ma ci credono: senza questa passione non mi sarei buttata in questo ginepraio».
Intanto però il suo appello al lavoro unitario pare abbondantemente caduto nel vuoto.
«Un momento. Io sono stata appena votata, con 71 voti di margine. E sto lavorando per costruire un paesaggio, con incontri a tutto raggio, non solo napoletani. Per contro vedo in giro un nervosismo eccessivo, e auspico che ritorni la calma. Non per conquistare un unanimismo, ma per edificare il partito. E mi meraviglio che sia una della società civile a dover dire questo».
Bassolino non sembra molto ben disposto. La sua esternazione contro Nicolais si chiude con l´invito anche a Roma a produrre un chiarimento politico. Insomma chiede non tanto un confronto quanto una andata a Canossa.
«Posso solo dire che ognuno fa la sua parte e dice quel che deve dire. Poi vedremo. Non è una minaccia, ma una constatazione condita di storicismo: non può non accadere quel che accade, e viceversa»... continua
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