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domenica 16 marzo 2008

Pd woman

Per le donne del Pd rinverdiamo una hit degli strepitosi anni '80. «Siamo donne..», cantava una minigonnata Sabrina Salerno. «Siamo donne, mica girls », intona Teresa Armato, candidata al Senato. Eccole le Pd-women all'attacco delle B-girls. «Nel Pd la presenza femminile è raddoppiata. Nel Pdl?». «Siamo donne... ». E non importa se giovanissima è solo Pina Picierno. Ma vuoi mettere l'esperienza della Armato, di Maria Fortuna Incostante, di Annamaria Carloni, di Franca Chiaromonte, di Olga D'Antona, di Luisa Bossa? Monte di Dio contro via Caracciolo. Il teatro Politeama contro l'hotel Vesuvio. «Questioni di stile », sintetizzano i democratici. Il fascino segreto degli ex comunisti ed ex democristiani. L'apertura della campagna elettorale del Pd è una sorta di festa degli ex. I più attesi mica sono D'Alema e Follini. Mica sono Bassolino e Nicolais. Mica sono i candidati. Sono i demitiani, a cui appuntare la stelletta di ex sul bavero del trench. Così, quando da lontano il segretario Tino Iannuzzi, anch'egli candidato alla Camera, vede l'assessore regionale alla Sanità, Angelo Montemarano, scortato dalla bella e appariscente Maria Teresa Ferrari Drive-Like-a-Million-Bucks , va in brodo di giuggiole. Neanche un bambino che ha ricevuto, inaspettatamente, la Playstation. Ha strappato Montemarano a De Mita, è la vittoria del discepolo sul maestro. Effettivamente il segretario con le mani in pasta, la pasta vera che fa la domenica, al netto del leader di Nusco è ringiovanito di dieci anni. E quel potente assessore se lo coccola. Quanto a Montemarano, non è proprio a suo agio, ma c'è. Si siede nelle ultime file con la Ferrari, Bruno Cesario (candidato ma non proprio in zona sicurezza) e il sindacalista Cisl Pietro Cerrito, ma c'è. Questo è importante per la campagna elettorale. Per D'Alema arrivano anche i riformisti. Il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, Andrea Geremicca, Alfredo Mazzei. E ci sono anche i due giovani trombati nella composizione delle liste, Enzo Amendola e Leonardo Impegno. Mangiati da qualche conte Ugolino di troppo. E i candidati? Gli undici calati da Roma promettendo sfracelli? Oltre ai due capilista Massimo D'Alema e Marco Follini, si intravede in platea il sale e pepe del giornalista Sarubbi. Poi arriva Olga D'Antona. Dei Santagata, dei Sircana, delle Pedoto nemmeno l'ombra. Sinora non hanno neanche per sbaglio imboccato l'autostrada Roma-Caserta. E dire che l'azzurra Biancofiore di chilometri ne deve macinare ben di più per fare la campagna elettorale in Campania. Bionda, teutonica, altoatesina. Per il resto, qualcuno è a far voti (Luisa Bossa), gli altri campani, quelli nei posti utili, ci sono quasi tutti. E al quarto stacco di «Mi fido di te» e al novantesimo minuto dalemiano c'è chi sonnecchia pure. Destato solo quando si cita lui, il Cavaliere. Berlusconi «è l'uomo delle vacche grasse, è quello che può anche andare bene nei giorni di festa», ironizza D'Alema. Che come Napoleone organizza le truppe del Pd. Termina la kermesse democratica ed è un fiume umano che si riversa in strada. A Monte di Dio, per una buona mezz'ora, è il caos. «Tutti voti persi», urla qualcuno dall'auto incolonnata. (S. B. da il Corriere del Mezzogiorno)

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