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lunedì 3 marzo 2008
Simboli
Sono 177 i contrassegni dei partiti depositati al Viminale, in occasione delle elezioni politiche. Qualche esempio, spunta il PDD, il “Partito democratico donne”, registrato da Stefania Ariosto, il teste Omega che tanto fece infuriare Previti. Altro nome noto Emanuele Filiberto, che si presenta solo nelle circoscrizioni estere con “Valori e futuro”. E in mezzo a decine di movimenti federalisti o indipendentisti del Nord, della Sardegna e del Sud, spuntano i soliti animali. Tra quelli ancora disponibili, dopo asinelli ed elefantini, ci sta la lista col cane “Il Veltro” e quella del “Delfino”, oltre ad un cavallo bianco, i gabbiani di Di Pietro e un logo molto simile che si chiama “Le Ali”. Richiederebbero delle spiegazioni la lista “100%” e quella del “Nucleo Tremmista” (per la meritocrazia), mentre è una dichiarazione di resa quella del partito fondato dal dr. Cirillo: gli “Impotenti esistenziali”. Sembra in balia delle onde la zattera del Ppl, il partito del “Pane pace lavoro”. Pronti ad azioni clamorose, tutte in rima, i “Giovani Poeti d’azione” mentre stupisce per quanto è triste il sito del “Partito internettiano”, che vuole rendere “internet patrimonio dell’umanità”. Anche il logo non scherza: una @ sopra una W. Quattro i movimenti nati “contro”: quello del no all’aborto di Ferrara, quello “No ai Pacs”, la lista “No Monnezza” e quella, tranchant e un po’ paradossale, che recita: “Io non voto”.
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