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sabato 19 aprile 2008
Anime in movimento
Nel Pd ferve il dibattito su cosa fare. Da un lato si discute sulla possibilità di una organizzazione federale. Il progetto viene rispolverato da Sergio Cofferati. «Serve un Partito democratico del Nord, una federazione che unisca Emilia-Romagna, Triveneto, Lombardia, Piemonte e Liguria. In questa macroarea ci sono elementi distintivi che vanno dalle tradizioni alla cultura fino ai caratteri sociali ed economici. La novità è proprio questa, secondo me: noi siamo parte del Nord, non del Centro». Dall’altro, il nodo della effettiva fusione delle originarie anime, che va di pari passo con l’eterna lotta fra Veltroni e D’Alema. Lunedì pomeriggio, Veltroni sarà a Milano per l´analisi del voto, senza ricette: per sentire i segretari regionali e cogliere gli umori. Ma intanto D’Alema ha incontrato Casini, e dichiara che Marini gli andrebbe benissimo come nuovo presidente. La mossa di D’Alema ha acuito l’insofferenza tra i democratici di provenienza popolare, che hanno interpretato l’incontro del ministro degli Esteri uscente con il leader dell’Udc come un affronto: ipotizzare un’alleanza futura con l’Udc significherebbe infatti ridurre a un ruolo marginale i cattolici che militano nel Pd. Insomma c’è un rischio peggiore della sconfitta elettorale, è il fallimento del progetto. L’anima popolare del Pd teme proprio questo: aver scommesso su una moderna forza riformista e ritrovarsi invece in un Pci del terzo millennio.
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