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sabato 5 aprile 2008
Di Lello: con il Ps gli elettori delusi del centrosinistra
Un partito socialista al cinque per cento in Campania, in grado di spingere le sorti nazionali del partito verso l’asticella dello sbarramento fissato dalla legge elettorale per l’accesso in Parlamento. Marco Di Lello, che ebbe modo di definirsi «assessore di opposizione» quando aveva la delega ai beni culturali nella giunta Bassolino da lui lasciata prima del tempo, pensa che il 15 aprile le cose staranno così. Dove li prenderà tanti voti il Ps? «Noi ascoltiamo la gente. I segnali che ci arrivano sono, ritengo, molto chiari. Un Pdl che consolida il suo risultato. E un Pd che riceve una lezione dalle urne. La protesta e la delusione sono diffuse fra gli elettori di quello che fu il centrosinistra: l’astensionismo in quest’area ne sarà il frutto». Il Pd moltiplica i segnali in questa direzione, ammettendo errori, promettendo nuove stagioni. «Non basterà, vedrà. Il Pd non è in grado di intercettare questo elettorato stanco che cerca nella coerenza degli atteggiamenti, a noi riconosciuta, un minimo di garanzia per il futuro. E Veltroni cosa può chiedere? Ha già consegnato il paese a Berlusconi, la storiella del voto utile suona quasi una presa in giro. La verità che la fotografia parlamentare del paese sarà estremamente frastagliata». Il voto di protesta è un’alternativa? «Chiarisco: noi ci rivolgiamo all’area della protesta e della delusione. Ma non è giusto chiamarlo voto di protesta. Come spiegheremo stamani nella manifestazione al cinema Filangieri, lo consideriamo un voto libero. Oltre che un voto per il futuro». Nel senso che questo giro si può considerare perduto per l’ex centrosinistra? «Nel senso che c’è da ragionare sui tempi del futuro, della ricostruzione di una credibilità. Noi, ed io come candidato, lo facciamo presentando la carta d’identità dei risultati e della corenza degli atteggiamenti. Un po’ di quel che sfuggirà al Pd sarà intercettato così». Veltroni ha promesso l’eradicazione delle mafie. «Perchè non l’hanno fatto prima? Attendiamo risposte». (c.gr. il Mattino)
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