L'ultima fuga da Professore e compagnia,
Antonio Bassolino ha deciso di intraprenderla via web. Già venerdì scorso il governatore si era levato tanto di cappello davanti al primo Consiglio dei ministri, in trasferta, della IV era berlusconiana: il Cavaliere — aveva detto in un'intervista al Corriere — «non è venuto a Napoli a fare passerella e ha mostrato senso dello Stato. Cosa dire? Chapeau». Poi ieri, dal suo blog, il presidente della Campania ha proseguito nel percorso di distacco dall'ormai defunto esecutivo di centrosinistra ricordando che, una volta partito l'iter «per la conversione in legge del decreto rifiuti adottato dal governo», è decisivo che la sua impostazione «non venga stravolta nel dibattito in Parlamento ». La preoccupazione per il destino del provvedimento, perciò, si affianca a un conseguente smarcamento: «È fondamentale che non si ripeta quanto accaduto in passato, l'ultima volta con il decreto varato dal governo Prodi nel maggio scorso, che uscì dalla conversione in legge fortemente modificato e depotenziato. Abbiamo invece bisogno di uno Stato capace di far prevalere l'interesse generale». L'allontanamento si è consumato non senza polemiche. Nei lunghi mesi di una campagna elettorale inquinata da veleni giudiziari sulla gestione dei rifiuti e tensioni con i vertici del Pd, Bassolino ha ripetuto spesso di essersi «sentito isolato». Prima rispondendo a Veltroni, che preferì non averlo accanto al comizio di Napoli: «Non mi hanno voluto sul palco? E io sono stato tra la gente». Poi rivendicando la scelta di non dimettersi: «Sono convinto di aver fatto bene a non abbandonare il campo. Sono rimasto al mio posto, subendo insulti e offese anche dal mio schieramento». Adesso il governatore, contento per l'incontro «molto utile» di ieri con Berlusconi e i ministri Maroni e Prestigiacomo, si può togliere almeno la soddisfazione di veder approvato online il nuovo corso: su un'ottantina di commenti al suo post, in serata, su
www.antoniobassolino.it i delusi («Non mi sarei mai aspettato da Lei quest'ennesima vigliaccata») e gli scettici («Che succede, la sinistra canta per Silvio?») si contavano sulle dita di una mano.
(Elsa Muschella da il Corriere della Sera)
Ricorsi al Tar, a Napoli a rischio 7 mila strisce blu Il Tar di Roma cancella, con una sentenza, le strisce blu nella Capitale. Vince così la tesi del Codacons, secondo cui agli stalli a pagamento va alternato un congruo numero di strisce bianche, dove si può parcheggiare gratuitamente. E, dopo la sentenza di Roma, anche a Napoli le certezze sui 22.300 posti auto a pagamento gestiti dalla Napolipark cominciano a vacillare: il Codacons ha deciso di avviare una Class action contro le strisce blu. QUI
a vico stiamo bene invece... le strisce blu sono sulle strade principali e quelle libere, le bianche, sono nei vicoli angusti.e forse neanche sufficienti e perennemente occupati da catorci; per non parlare del parcheggio privato pittato di giallo e difeso a suon di paletti....piante cassette della frutta, espositori ...
RispondiEliminamale molto male sotto questo aspetto!!