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sabato 24 maggio 2008
Santoro e le “bugie” di Di Pietro sul caso Bassolino
Capita anche ai migliori. Giovedì sera è capitato a Michele Santoro. Il conduttore di Annozero ha consentito ad Antonio Di Pietro di dire grandi inesattezze e mezze bugie su un tema delicato dell’agenda politica locale e nazionale: l’atteggiamento del suo partito, Italia dei Valori, nei confronti del Governatore Antonio Bassolino. Santoro non lo ha smentito. Ne gli ha rivolto la famosa ‘seconda domanda’, quella che i giornalisti preparati e coraggiosi – come Santoro – rivolgono ai politici per stanarne le contraddizioni – come quelle di Di Pietro, giovedì sera su Rai2. Durante la puntata dedicata al ‘Presidente spazzino’, con riferimento al Cdm di Berlusconi a Napoli e alla drammatica emergenza rifiuti in Campania, l’ex pm di Mani Pulite ha più volte ripetuto di volere le dimissioni di Bassolino e di averne chiesto la sfiducia. Così i tre milioni di telespettatori di Annozero si sono formati l’opinione che il partito Idv non veda l’ora di staccare la spina alla giunta campana, e di volere intraprendere tutte le azioni politiche necessarie allo scopo. Chi segue le cronache del consiglio regionale sa che questo non è vero. E che i fatti sono altri. Eccoli. L’unica mozione di sfiducia nei confronti del Governatore, motivata dal disastro spazzatura, è stata presentata dai gruppi del centrodestra. Mentre Di Pietro iniziava a chiedere le dimissioni di Bassolino - che in seguito sarebbero diventate la colonna sonora della sua campagna elettorale in Campania - i dipietristi locali si limitavano a depositare un documento di dura critica al Governatore, ma di nessun valore procedurale. Rifiutandosi di sottoscrivere la mozione del centrodestra. Quando, a fine gennaio, la mozione di sfiducia è approdata in aula, è stata votata solo dal centrodestra. I consiglieri di Idv si sono astenuti con una arzigogolata motivazione che poco importa riportare in questa sede. E siccome l’aula del parlamentino campano non è il Senato, dove l’astensione vale come un no, di fatto i non-voti di Idv hanno puntellato la maggioranza di Bassolino. E ancora tre giorni fa, mentre Di Pietro tornava per l’ennesima volta a chiedere a Bassolino “un passo indietro”, i tre consiglieri regionali di Idv si affrettavano a diramare un comunicato che sbugiardava il loro leader nazionale, dichiarandosi “disponibili a sostenere il progetto di rilancio della giunta Bassolino”. Circostanze che, se riferite nel corso della puntata di Annozero, avrebbero illuminato meglio il giudizio dei telespettatori nei confronti dell’ex pm di Mani Pulite e dell’azione politica del suo partito nei confronti di Bassolino e delle sue responsabilità nel più grave disastro ambientale della storia del Paese. E’ evidente che non c’è coerenza tra quel che Di Pietro dice e le effettive ricadute del suo pensiero in Campania. A Roma ci sarebbe stato il chiarimento tra Di Pietro e il gruppo regionale Idv. Incontro che però avrebbe chiarito poco o nulla. Due le interpretazioni possibili sull’accaduto. La prima è che il leader di Idv sia un generale deriso dai suoi colonnelli. Difficile crederci. La seconda è che sia in corso un gioco delle parti. Con Di Pietro a fare la faccia feroce contro Bassolino per raccogliere stima e consensi tra gli scontenti del Pd, ma concedendo ai suoi uomini sul territorio la licenza di fare quel che gli pare, assecondandone le logiche di sopravvivenza spicciola. Perché se la Regione si scioglie in anticipo, i dipietristi campani sono tutti a forte rischio di non rielezione. (da Metropolis - di Vincenzo Iurillo)
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