Provincia di Napoli - I più virtuosi sono gli amministratori locali. L’assessore
Pietro Sagrestani (foto), vicesindaco di Sant’Agnello, ha speso sei centesimi in tre mesi. Domenico De Siano, vicesindaco di Lacco Ameno e esponente del Pdl, non ha speso nulla. Anche nel 2007 la sua bolletta ha fatto segnare zero euro. «Per forza, il mio telefono è sempre spento. Ho dovuto ritirarlo perché altrimenti ci sarebbero stati problemi di carattere burocratico. Ma l’apparecchio è in un cassetto di casa, non l’ho mai acceso». Lei è stato sindaco per due mandati a Lacco Ameno, adesso è vicesindaco. Usa il cellulare del Comune? «Non l’ho mai fatto e non intendo farlo. Preferisco usare il mio cellulare privato, con la mia utenza privata. Adesso sono vicesindaco perché non ero ricandidabile dopo due mandati da primo cittadino, ma anche da sindaco non ho mai usato il cellulare del Comune». Perché questa scelta? «Preferisco essere libero. Se devo fare una chiamata personale non voglio sentirmi vincolato dall’uso di un mezzo pubblico e non voglio girare con due cellulari in tasca». E se si tratta di una chiamata di lavoro? «La faccio ugualmente a spese mie. La politica è servizio». Al Comune di Napoli si registrano spese esorbitanti per i cellulari di servizio. «Ricordo che quando fu stipulato il contratto di servizio
la Provincia fu molto attenta e ci sono tariffe convenienti. Ci sono anche convenzioni per le utenze private, il tutto in massima trasparenza e senza alimentare sospetti».
La Provincia, in effetti, in base a questi dati appare un’ente virtuoso. «Anche se non lo uso so che per i cellulari di servizio esistono vincoli e regole. I miei colleghi sono bravi a rispettarli».
(sa. sa. Il Mattino) Niente internet, controlli sulle chiamate private e codice di autoregolamentazione: nessuna bolletta da record
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