Il ministro e l´assessore. A parole non lo voleva nessuno, ma alla fine il Pd napoletano corre verso la resa dei conti fra le due principali opzioni politiche. Mettendo stavolta in campo gli alfieri dichiarati delle due squadre. A monte i tentativi romani di imporre un uomo di garanzia, leggi Aldo Cennamo, la svolta l´ha data ieri mattina l´ex ministro Luigi Nicolais, cedendo alle pressioni fatte perché scendesse in campo direttamente. A quel punto anche dal fronte bassoliniano si sono sciolte le riserve ed è emerso il nome di Andrea Cozzolino, che era peraltro sul tappeto da sempre. I due hanno anche duettato durante la giornata. Si sono incontrati per guardarsi negli occhi in mattinata e hanno posato per i fotografi nel pomeriggio nella Sala della Stazione marittima dove si apriva il congresso. E hanno evitato entrambi di fare la prima mossa. Nessuno dei due è infatti intervenuto dal palco. Non Nicolais, che pure confidava di voler spiegare nel suo intervento che «occorre rilanciare un partito nuovo per competere con l´avversario, non per aprire una contesa interna. Ci siano pure le differenze, io e Cozzolino abbiamo chiaramente visioni diverse, ma purchè la volontà sia poi quella di battere gli avversari». Insomma, ci si conti pure, purchè non sia una guerra interna all´ultimo sangue. Cozzolino dal canto suo manteneva prudenza. «Parlerò domani alle 10», diceva alludendo al termine entro il quale stamattina vanno presentate le candidature.Prudenza d´obbligo, mentre nei corridoi scattava la corsa alle firme di sostegno, allo scopo anche di raccogliere quante più truppe possibili in vista del voto in programma oggi. D´altro canto l´esito del braccio di ferro è ancora incerto. I più accreditano Nicolais di un vantaggio, che però potrebbe non essere ancora decisivo. Con l´ex ministro vanno annoverati i suoi uomini, una cinquantina, i 60 circa di Salvatore Piccolo, i 30 di Letta, i liberal di Impegno più quello che può venire dal fronte Rutelli. Siamo insomma intorno ai 150-160 voti. Per Cozzolino ci sono invece una ottantina di voti reduci dalla lista di "Campania democratica" e una cinquantina dei diessini di Peppe Russo e Ciro Cacciola: 130 voti ai quali probabilmente si aggiungerà una fetta di rutelliani dissidenti, stanchi di accettare imposizioni romane: insomma si potrebbe arrivare intorno ai 150. È dunque quasi un testa a testa, rispetto al quale sarebbero decisivi i 70-80 voti che si raccolgono intorno all´area trasversale guidata dai due consiglieri regionali, l´ex margheritino Pasquale Sommese e l´ex ds Tonino Amato. Il gruppo ha preferito non schierarsi ancora. Anzi, dopo un applaudito intervento del segretario regionale Tino Iannuzzi a favore di nuovo di una scelta unitaria, Sommese è intervenuto per dire che se i due contendenti non faranno un passo indietro, il suo gruppo presenterà un terzo nome, al fine comunque da indurli a rinunciare alla scontro fratricida. Sommese non ha fatto nomi, ma è da giorni in corso un tentativo in tal senso su Pietro Ciarlo. É evidente però che in questo momento la possibilità di superare il dualismo Nicolais-Cozzolino è legata di più alle residue speranze di un accordo fra Nicolais e Cozzolino, che magari mandi l´uno alla segreteria e l´altro alla presidenza. Una svolta che però ieri non si è vista. A conclusione della prima giornata di congresso, le due squadre erano indaffaratissime a raccogliere firme. Quel che è certo è che oggi il Pd vivrà una lunga domenica: la presidente Graziella Pagano ha dato tempo fino alle 10 per le candidature, poi ha indetto l´apertura delle urne dalle 11 alle 18. Sarà una giornata di passione. E probabilmente si vedrà in sala anche Antonio Bassolino, assente ieri perché impegnato a Capri con Giorgio Napolitano. E forse anche il sindaco Rosa Russo Iervolino, che ieri si è trattenuta poco in sala a causa di un lutto familiare. (Roberto Fuccillo da la Repubblica Napoli)
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