Vico Equense - Gli operatori commerciali del centro storico sono stanchi e sfiduciati. Siamo nel 2008 e, invece di progredire, regrediamo. Si sentono abbandonati al nulla, o peggio, al degrado. E’ necessario attuare interventi di pulizia quotidiana, rafforzare il controllo per comportamenti che generano degrado, come gettare rifiuti, imbrattare muri ecc. A dirlo sono gli esercenti commerciali; un malcontento che con il passare dei giorni aumenta. Un faro rotto da tempo, un grande cassone utilizzato per dei lavori e mai rimosso, poche indicazioni per rendere fruibile ai cittadini e ai turisti i caratteristici vicoletti, l’impossibilità di godere del panorama per la folta vegetazione, per non parlare delle fioriere mai innaffiate. Si parla tanto di sviluppo del centro storico, eppure l’amministrazione comunale non ha pianificato nessuna iniziativa per attirare un flusso maggiore di turisti verso le ricchezze storico culturali di Vico Equense. Gli abitanti lamentano sempre più un abbandono da parte di chi, invece, dovrebbe preoccuparsi della difesa della storia. A due passi dal Municipio l’incuria è vergognosa. Con la conseguenza che, se il disinteresse parte dall’alto, tutti gli altri si accodano a questo lassismo completando l’opera. Ma è possibile cambiare qualcosa? Questa è la domanda di chi lavora e si sente irritato, come tanti altri, soprattutto dal fatto che, pur segnalando il degrado, nessuno risponde. Abbiamo scattato qualche foto nel "salotto buono" della nostra città. Occorre una consapevolezza della gravità del fenomeno, una capacità amministrativa, ed un'attenzione al rispetto del patrimonio artistico e culturale.
Vescovado luogo dell’anima
RispondiEliminaIl Vescovado per me è come quel libro del cuore che hai letto la prima volta a 14 anni e ti ha emozionato così tanto da aprirti mente e cuore e che rileggi poi più volte apprezzandone sempre più le sfumature ed i significati.
“abasci o scovad” da giovani significava la prima sigaretta , il primo bacio con la fidanzatina , della storica fontanella dove i riflessi delle pentole di rame esposte nella bottega del famoso artigiano danzavano insieme all’acqua che immancabilmente ti bagnava la maglietta e tu con la testa inclinata per bere lo vedevi sorridere di sghembo , dell’enorme palma che come un guerriero ne sorvegliava l’ingresso , dalla discesa che ti dava la prospettiva del mare diritto che sembrava venirti addosso. Della colonna di marmo con la croce che la mattina quando andavi a scuola ti si avvicinava sempre più minacciosa per dirti che la campanella stava per suonare.
Oggi è quell’incredibile gioco prospettico che quando giri un’angolo ti porge in lontanaza un’arco aragosta con una montagna di ulivi verde smeraldo che brillano su una roccia sudata e stanca e man mano che ti avvicini cambia la prospettiva e il mare ti riempie la vista e passi in un’attimo dal buio del vicolo all’esplosione della luce dello spazio aperto . E’ il posto dove tramonta il sole calandosi nel mare e tanti ne ho visti per esaltare le mie gioie o affondare ancor di più le mie tristezze che conosco ogni angolo di orizzonte dove si posa in ogni periodo dell’anno . Il posto ventoso e mai afoso d’estate e terribilmente freddo d’inverno sempre spazzato da un eolo forte salino e vigoroso. Della Cattedrale che odora di morte bella e mi rievoca storie di principi e vescovi , di sangue e teste tagliate, di fede antica e cieca , di altezze gotiche e di altezze spirituali. Di alte mura che nascondevano vizi di principi , virtù di gesuiti e viceversa..
Frequento quasi tutti i giorni quel posto perché il caso ha voluto che la palestra che frequento sia proprio in quei vecchi edifici e spesso esco nel vicolo a guardarmi in giro, ad osservare i conosciuti e rugosi volti delle vecchiette che vanno a messa , dei bambini che come me 30 anni orsono girano in bici e sui pattini , dei gattini che spuntano da cancelli in ferro battuto che nascondono cortili rigogliosi di gerani e mandarini .
Questo è il vescovado cari amici , è un luogo dell’anima di tutti noi vicani e per tale và preservato e difeso
Il centro storico di vico è in degrado perchè per adesso non è remunerativo e non si possono fare soldi con appaltucci pubblici e amicizie politiche. Ad esempio, il Sindaco Cinque non se ne frega un cazzo perchè di lampade pubbliche, che lui ha in subappalto, non si devono mettere. E così i consiglieri comunali geometri e agronomi abusivisti, gli amici dei politici che si fanno concedere attività commerciali in posti vietati, ecc. ecc., non sono ancora interessati al centro storico di Vico perchè non rende e non si può fare quasi niente essendo piccolo e pieno di vicini rompicoglioni.
RispondiEliminaQuindi voi del centro storico mettetevi l'anima in pace e tenetevi il degrado, aspettando che arrivi la speculazione.
Un saluto.