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giovedì 28 agosto 2008
Giobbe Covatta chiude l’estate vicana
Vico Equense - Grande successo per l’evento che ha chiuso il programma “Estate a Vico 2008” promosso e organizzato dal Comune di Vico Equense. Oltre novecento persone hanno assistito ad uno spettacolo di un’ora e mezza in cui Giobbe Covatta ha preso in giro la società attuale attraverso i sette peccati capitali: superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia e accidia. Un monologo con il duplice obiettivo di far ridere e riflettere sul futuro. “Durante i miei spettacoli lancio dei messaggi con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico su alcuni temi- spiega Covatta- ma non mi sento un messaggero. Sono un comico con il semplice ruolo di puntare il dito contro le magagne, raccontare dal palcoscenico la realtà attraverso una lente deformante, ma con il vantaggio di essere ascoltato da numerose persone”. Nel tuo show fai spesso riferimento alla situazione di disagio in cui vivono le popolazioni del terzo mondo. Qual è stato il tuo ultimo viaggio in Africa e cosa ti ha lasciato? “Ogni volta che sto lì vivo emozioni fortissime. L’ultima volta ho portato in Madagascar, insieme a Walter Veltroni, cento studenti delle scuole superiori di Roma. Oltre a ciò che materialmente siamo riusciti a realizzare, è stato bello vedere ragazzi di quindici anni vivere un’esperienza che gli ha permesso di spogliarsi di pregiudizi e limitazioni imposte dalla società in cui vivono. Hanno imparato tanto, sono ritornati in Italia con uno spirito totalmente diverso rispetto a quello con cui sono partiti”. Questa sera hai presentato al pubblico il tuo “Seven”, come è nata l’idea di dar vita a questo tipo di spettacolo? “Non è facile rispondere a questa domanda… Le idee vengono quando meno te l’aspetti… in auto…al mattino appena ti svegli…” Quale dei setti vizi capitali credi che ti appartenga? “Tutti. Parto dal presupposto che superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia e accidia fanno parte, in misura maggiore o minore, di ognuno di noi, me per primo. Ma i problemi cominciano a sorgere quando i vizi soggettivi diventano collettivi”. Il Chiostro della Santissima Trinità era pieno, come hai trovato il pubblico di Vico Equense? “Meraviglioso. Ed è una grande emozione tornare in questa città. Ho tanti ricordi che mi legano a Vico Equense. E’ il luogo dove solitamente venivo quando marinavo la scuola! Sono veramente felice di esservi ritornato nella veste di comico e parlare ad una platea così folta”. (Ilenia De Rosa)
2 commenti:
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Sullo spettacolo niente da dire , l'unica cosa che mi fa rabbia è la marea e ribadisco marea di biglietti omaggio dispensati con superbia e chiattillagine da politici vicani ed i cani ed i porci che all'ingresso si vantavano di non aver pagato il biglietto. Magari senza queste schifezze avremmo pagato il biglietto molto meno permettendo anche alla gente "normale" di assistere allo spettacolo.
RispondiEliminaBene l'espressione "gente normale".
RispondiEliminaQuelle bestie ignoranti che sono entrati senza biglietto non avrebbero mai pagato una lira per andare a teatro.
E' sintomatico di uomini politici senza dignità il fatto di organizzare una manifestazione con i soldi pubblici e poi intrufolarsi assieme agli amici senza pagare, mentre i cittadini normali (e per bene) devono pagare.
La miseria umana non ha mai fine.