Molti rientravano a casa dopo le vacanze. Altri avevano appuntamento con i medici, c´erano madri con figli ammalati, anziani che trascinavano valigie pesanti. Sul volto di tutti la paura per la furia dei tifosi, per gli atti vandalici che si trasformano in rabbia e aggressione. Tensione e disordini alla stazione centrale di Napoli. Dopo aver aspettato quasi due ore sul treno per Torino, i viaggiatori sono stati invitati dai dipendenti delle ferrovie a scendere per far posto ai tifosi napoletani in trasferta a Roma. Anna R., la madre di un bambino ammalato urla sui binari, si rivolge al questore: «Deve farci partire, mio figlio deve arrivare al più presto all´ospedale Gaslini di Genova». Le fa eco un altro viaggiatore, che affronta il responsabile della polizia senza mezzi termini: «Siamo noi, con i soldi delle tasse, a pagarvi. Dovete garantirci il viaggio». Gli animi si esasperano ancora di più quando viene deciso un controllo ulteriore a bordo delle carrozze: due capotreni scortati da altrettanti agenti salgono a bordo chiedendo di mostrare il biglietto. Sperano così di smascherare i portoghesi favoriti dal parapiglia in seguito malore di un tifoso. Daniela Terrazzano, impiegata, deve arrivare a Torino in tempo per riprendere a lavorare: «È incredibile che si possa diventare ostaggi per una partita di calcio». Cinzia Vettosi, in viaggio con due bambini, li tiene stretti per mano: «Ho avuto paura di scendere dal treno di fronte a centinaia di tifosi che inveivano pretendendo di salire. Un´atmosfera da terrore». «Ce l´hanno intimato loro per primi, urlando - racconta un´anziana signora diretta a La Spezia - poi, dopo gli ultrà, sono stati i ferrovieri a chiedercelo. Dovevamo scendere per forza». Poco prima delle 12.30, in ritardo, si precipita dalle carrozze di testa, più lontane dalle forze dell´ordine, una giovane donna che piange terrorizzata: «Perché nessuno mi ha avvertito di scendere? Mi avete lasciat
o sola in balia di quelle belve». È una specie di passerella indesiderata, una gogna, anche se blindata dalla polizia, quella che i viaggiatori devono fare davanti ai tifosi imbestialiti. Alcuni accelerano il passo. Altri, anziani, sono impediti da pesanti trolley che trascinano sul marciapiedi. C´è chi ha problemi di salute in famiglia e aspettare potrebbe peggiorare la situazione. Come Maria M., pure costretta a scendere in attesa di un nuovo treno in partenza: «Devo raggiungere mia madre a Torino - dice tra le lacrime - era in vacanza da mio fratello, stava passando ferragosto con i nipotini, ma ha avuto un ictus. È assurdo quello che sta accadendo. Quando mi dicevano di lasciare Napoli, rispondevo che non l´avrei mai fatto, ma a questo punto... anche il calcio è diventato un problema in una città già difficile». Tanti i turisti stranieri che se ne tornano in patria, sconvolti dallo spiegamento di divise e dall´aggressività dei facinorosi in una mattinata di caos nella stazione di piazza Garibaldi: «Succede per il calcio? Incredibile».
(Stella Cervasio da la Repubblica)
Fino a quando non si metteranno fuorilegge le tifoserie e fine a quando non si impediranno gli spostamenti per gli incontri di calcio, si ripeteranno sempre le stesse cose. Purtroppo in Italia,più che altrove,virilismo deteriore, fascismo e calcio sono una sola cosa.
RispondiEliminaChi ritiene ancora che a livello di club non sia
RispondiEliminasemplicemente uno sfogo per sfigati, violenti, depressi e disoccupati,
guardi qui le immagini della stazione di Napoli:
http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/treno-napoli/1.html
Che dire: una vergogna infinita, Napoli sprofonda e il pallone la
finisce di seppellire.
Anche a Vico Equense il pallone è sinonimo di degrado e ignoranza (se non di camorra...).
Non ho mai capito cosa abbiano in comune lo sport e la vioenza che di anno in anno ci tocca guardare all'interno dei nostri stadi di calcio a qualsiasi livello.
RispondiEliminaEppure esiste un esempio come l'Inghilterra in cui misure drastiche e ferree hanno ridotto sensibilmente queto fenomeno.
Non capisco poi perchè le forze dell'ordine debbano essere impegnate a scortare un gruppo di sfigati dallo stadio alle stazioni invece di essere occupate in compiti ben più importanti.
Per me tifoserie organizzate = fascisti ed ignoranti
E vico Equense non fa eccezione...
Non solo Vico Equense non fa eccezione, ma a Vico Equense regna il denaro sporco per portare avanti i costosissimi campionati.
RispondiEliminaDietro i finti dirigenti vicani ci sono fior fiore di camorristi che gli passano danaro da ricilare nel miserabile mondo del pallone.
Sono tornati tutti liberi i cinque giovani fermati ieri dalla polizia, in occasione della partita Roma-Napoli. Convalida dei fermi ed immediata scarcerazione per i tre giallorossi e i due partenopei, bloccati ieri delle forze dell’ordine. E' stato deciso magistratura della capitale di fronte alla quale i tifosi sono comparsi oggi per essere processati con il rito direttissimo. I processi per ciascuno dei fermati si svolgeranno a partire dal prossimo ottobre.
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