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martedì 30 settembre 2008
Dal Pd al «Pd2», quando la realtà supera di gran lunga la fantasia
Altro che Corea del Nord. La «democratizzazione» della Campania, ovvero la campagna di tesseramento al Pd, sta passando attraverso una cura ormonale talmente intensiva da far rischiare l'esplosione delle coronarie. Ricordate Visciano? E prima Torre Annunziata e poi Casamarciano? Nulla rispetto a quello che è accaduto domenica ad Acerra dove un esponente democratico è finito all'ospedale e le iscrizioni sono state sospese. Nel paese del termovalorizzatore, delle barricate e della diossina non c'è un solo Pd. Ma due. Quattro consiglieri democratici appoggiano la maggioranza, cinque sono all'opposizione e si sono ribattezzati Pd2 (e non cancellate la d). Non è uno scherzo. È la realtà che supera la fantasia. Le due fazioni in vista del tesseramento si sono sedute intorno ad un tavolo proprio per evitare il mercato delle tessere e chiudere su una lista unitaria. Ma il tentativo è fallito. In piazza Castello sabato e domenica si è consumata la guerra tanto fratricida temuta. Sono volate letteralmente le sedie. Si racconta che si è sfiorato il linciaggio del garante. Alla fine è arrivata la polizia e un esponente democratico è stato portato in ospedale. Tutto per un pugno di tessere. C'è chi, come è già accaduto a Visciano, minaccia di denunciare anche la compravendita delle iscrizioni al nuovo partito. Certo è che, nel momento di massima crisi nazionale di Veltroni e di scarsa fiducia nei governi locali di centrosinistra, pare assai paradossale che ci siano code chilometriche fuori dalle sezioni e tanta voglia di militanza. Ad Acerra, per esempio, si sono fermati a quota 1500 tessere su 7800 voti racimolati alle ultime elezioni, altrimenti sarebbero state almeno il doppio. Quello di Acerra non è un caso isolato. Altrove sono stati più bravi, tanto bravi da fermarsi giusto giusto al tetto massimo del 25 per cento, che è il rapporto massimo, stabilito a tavolino, tra iscritti e votanti. Oltre questa percentuale si avverte puzza di bruciato e si può legittimamente parlare di tesseramento gonfiato. Proprio al limite pare ci siano paesi come Castellammare di Stabia dove ci aggiriamo (i dati non sono ancora ufficiali) sulle 2 mila tessere a fronte di 12 mila elettori. Così ad Afragola, circa 2000 per 8700 preferenze date al Pd. Per non parlare dei cosiddetti quartieri rossi partenopei: Fuorigrotta e Bagnoli dove pare si sia arrivati quasi alle 4000 sottoscrizioni, laddove Ds e Margherita in due non arrivavano a 600 tessere. Ufficiosamente in un solo weekend in una quindicina di comuni il Pd ha fatto bingo, racimolando tra le 16 mila e le 20 mila tessere. Per Enzo Amendola quelli del Partito democratico in Campania «sono numeri che i due partiti fondatori non riuscivano a raggiungere neanche in un anno di duro lavoro». Se non si è superato il tetto del 25 per cento, almeno non si superi il livello di decenza. Si tratta di tessere non azioni. Di un partito nuovo non di una spa. Quanto ancora bisognerà attendere affinché intervengano i livelli provinciale, regionale e nazionale? Ancora quanti piccoli Montecchi e novelli Capuleti dovranno scontrarsi prima che qualcuno se ne accorga e ponga fine a questo inutile esercizio di forza? (Simona Brandolini da il Corriere del Mezzogiorno)
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