Per impegnarsi a tempo pieno in politica rinunciò persino all’invidiato «posto fisso», inseguito a Napoli quanto un gol di Maradona (o di Lavezzi). «Ce l’ho nel sangue - ha sempre detto - mia nonna era una seguace di Amintore Fanfani». Ma Giorgio Nugnes ha dedicato la sua vita anche ad altre due passioni: la famiglia e il vino. Quarantotto anni, sposato e padre di due figli, nella sua casa di Pianura ha messo su un po’ alla volta una piccola cantina dove spesso invita gli amici a degustare nettari d’annata, italiani e francesi. Poche bottiglie, tutte di grandissima qualità. «Scaldano il palato e il cuore» ama ripetere agli ospiti nelle fredde serate invernali. La sua carriera comincia con la nomina a vicedelegato regionale del movimento giovanile della Democrazia Cristiana. È il 1983. Nello stesso anno si diploma all’Isef, l’Istituto superiore di educazione fisica, con 110 e lode. Esperto in costruzione e gestione d’impianti sportivi, lavora a lungo presso il commissariato di governo per la ricostruzione della Regione Campania occupandosi dei comparti di Quarto e Pozzuoli. Il suo pallino, però, resta sempre la politica, anche quando - nel 1993 - diventa dipendente regionale. L’anno successivo, infatti, tenta l’impresa al consiglio comunale. Gli riesce: con la Dc incassa 1200 preferenze. Un exploit che lo porterà a ricoprire l’incarico di vicecapogruppo. È l’inizio di una rapida ascesa. L’allora sindaco Antonio Bassolino lo nomina delegato per le politiche della Casa e del Patrimonio e, alla successiva tornata elettorale, conquista oltre il doppio dei voti piazzandosi al primo posto nelle liste del Partito popolare. «Qual è il tuo segreto?» gli chiedono i colleghi. E lui risponde prontamente: «La mia forza è la famiglia. Ho una trentina di cugini primi che mi hanno sempre dato una mano». L’apice del successo politico lo raggiunge nel maggio del 2006, quando viene eletto consigliere comunale della Margherita (poi confluita nel Pd) con oltre 5mila preferenze che contribuiscono alla vittoria al primo turno della Iervolino. Passano poche settimane e viene chiamato dal sindaco a ricoprire il ruolo di assessore alla Protezione civile. Incarico che mantiene anche con il rimpasto di quest’anno. Uno dei suoi ultimi impegni politici prima della bufera è stato proprio nella Pianura dove è nato e cresciuto: la settimana scorsa si è presentato in via dell’Avvenire accompagnato dalle ruspe per rimuovere i blocchi di cemento piazzati nell’ennesima «battaglia» del quartiere di frontiera, stavolta tra la gente del posto e gli immigrati africani. (Gerardo Ausiello il Mattino)
Croce celtica e collezione d’armi on line la rapida ascesa di Marco Nonno
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