Pagine
▼
venerdì 21 novembre 2008
Cerca di incassare buono postale clonato, arrestato
Vico Equense - Arrestato in flagranza di reato mentre tenta di incassare un buono postale fruttifero del valore di 5mila euro clonato da un originale in possesso di un 63enne residente a Roma. Il fermo è avvenuto all´interno dell´ufficio postale di Vico Equense in seguito alla segnalazione lanciata da un cassiere che si è visto presentare allo sportello un buono postale sospetto di 5mila euro da Antonio Barbanera, 53enne residente ad Ercolano in via Gabriele D´Annunzio, che ha esibito un documento di riconoscimento contraffatto sul quale era riportata la foto della persona presentatasi alla cassa con i dati dell´effettivo ed ignaro titolare. Con la scusa dell´obbligo dell´accertamento in archivio il cassiere si è allontanato mettendo al corrente il direttore dell´ufficio postale di quanto stava accadendo. Immediato l´allarme con i carabinieri della stazione locale di Vico Equense coordinati dal capitano Massimo De Bari della compagnia dell´Arma di Sorrento che in pochi minuti sono sopraggiunti all´interno dell´ufficio postale identificando ed arrestando in flagranza di reato Antonio Barbanera denunciandolo alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata per tentata truffa, ricettazione, sostituzione di persona e detenzione di documento di identità falso. L´uomo già noto alle forze dell´ordine per precedenti reati penali è stato condotto nelle carceri di Poggioreale in attesa di processo, il documento di riconoscimento contraffatto ed il buono fruttifero postale clonato del valore di 5mila euro sono stati invece posti sotto sequestro. Un caso analogo si era registrato il 24 gennaio scorso quando una donna, Angela Gabella, 29 anni di Ponticelli, aveva tentato di incassare un bonifico postale di 1.300,00 euro per indennità di disoccupazione esibendo documenti contraffatti. (Vincenzo Maresca Positano News)
Nessun commento:
Posta un commento
La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.