Riccardo Villari del Pd è stato eletto Presidente della Commissione Vigilanza Rai per volontà del Pdl. Si dimetterà?
Aveva 37 anni, nel 1993, quando fu nominato assessore alla Cultura al Comune di Napoli. Sindaco era Francesco Tagliamonte. Quella giunta fu definita di salute pubblica. Un anno prima era stato eletto consigliere comunale. Nella Dc. Erano gli anni di tangentopoli e Riccardo Villari, nato a Napoli nel 1956, alternava la professione di medico epatologo alla passione per la politica. In medicina ottenne lusinghieri successi. «Fu grazie a una mia ricerca che per i neonati arrivò la vaccinazione anti-epatite B», ricorda con orgoglio. Ma la politica era la politica. L’aveva scoperta sin da studente liceale e l’aveva coltivata seguendo e studiando all’ombra di Enzo Scotti. Il terremoto di tangentopoli provoca la fine dei partiti. Dalle ceneri della Dc risorge il Ppi: il segretario è Rocco Buttiglione e Villari a Napoli è tra i promotori. Quando il partito si spacca sulla scelta del segretario di allearsi con Forza Italia, Villari segue Buttiglione nel Cdu. Nel ’96 è candidato alla Camera ma non è eletto. Nel ’98, quando i «quattro gatti» di Cossiga consentono a Massimo D’Alema di sostituire Prodi a Palazzo Chigi, Villari passa con l’Udeur di Mastella a sostegno del governo. Diventa segretario regionale del Campanile e nel 2000 si candida alle regionali: con 12mila preferenze è il primo degli eletti. Bassolino lo chiama in giunta ma con l’impegno a rimanerci per cinque anni. Ma la sua idea è l’esperienza parlamentare e nel 2001 con l’Ulivo arriva la prima elezione alla Camera nel collegio di Pomigliano. All’orizzonte, intanto, si profila la nascita della Margherita. Villari cerca invano di convincere Mastella ad aderirvi. Clemente dice no, lui rompe e sposa il progetto proposto da Francesco Rutelli di cui diventa uno degli uomini di fiducia. In Campania lancia la sfida a Ciriaco De Mita. Nel nome del rinnovamento, nel 2003 Villari si candida alla segreteria regionale. Il congresso è caldo, l’establishment della Margherita è tutto con De Mita, il leader di Nusco affonda duri colpi contro il suo 47enne sfidante. Ma Villari riesce a strappare un lusinghiero 21 per cento che lo accredita a Roma come uno dei volti e nomi nuovi della politica campana. Rutelli lo nomina responsabile nazionale del Mezzogiorno. Grande tifoso del Napoli fino a fondare in Parlamento il club dei supporters azzurri, caprese d’adozione, l’Itama per i bagni al largo dei Faraglioni, nel 2005 Villari, quando la Iervolino fa sapere di non essere disponibile a un secondo mandato, fu scelto per la candidatura a sindaco di Napoli. Sembra fatta. Rutelli lo sostiene, De Mita, con il quale ha ricucito, anche. Ma il pressing di Bassolino sulla Iervolino perchè non rinunci è forte e alla fine Rosetta cede: si ricandida. Villari ne prende atto. Nel 2006, capolista dell’Ulivo, è rieletto alla Camera. Un anno dopo, fa capolino il Pd. La fusione tra Ds e Margherita non appassiona Villari che più volte sottolinea il rischio di uno strapotere diesse. Poi la situazione precipita. Il governo Prodi cade. Si torna alle urne. Villari passa dalla Camera al Senato. E sul Pd nelle ultime settimane si fa notare per i distinguo da Veltroni. Prima ipotizza un «piano B» che porti D’Alema alla segreteria; poi prende le distanze dalla manifestazione del 25 ottobre alla quale infine partecipa. Ieri, l’elezione alla presidenza della Vigilanza. (Paolo Mainiero il Mattino)
Vigilanza Rai, eletto Villari con i voti del Pdl
Si prospetta un altro caso Maddaloni???
RispondiElimina