Rosa Russo Iervolino dice di avere le mani pulite e che vuole piuttosto sapere che cosa abbia in mente Veltroni per la sua città: lei non è attaccata alla poltrona col Vinavil, semmai i poteri forti mirano al piano regolatore. Bassolino ha taciuto a lungo e ora conferma che se ne riparlerà (forse) a primavera. Reazioni e caratteri diversi per ottenere entrambi una candidatura alle prossime europee, anche se non si capisce che cosa essa premierebbe? La ricerca della strada del promoveatur ut amoveatur, da parte del Partito democratico, per liberarsi di personaggi ormai scomodi, in caduta libera di immagine e di consensi, secondo un sondaggio per cui l'ottantaquattro per cento di un campione di napoletani boccia la giunta comunale su cose molto concrete, relative alla qualità della vita urbana? Vedremo. Per cultura ed istinto, chi scrive non ama che pubblici accusatori intervengano a risolvere problemi politici, evidenti a tutti meno che ai diretti interessati. Se dunque vogliamo evitare l'astio personale e il troppo facile esercizio di infierire contro bersagli già deboli, diciamo solo che la moralità della politica sta semplic emente nella sua capacità di convogliare interessi e valori di molti verso progetti comuni, mobil itando energie in direzione del loro raggiungimento. Non è insomma questione di onestà personale e di diversità antropologica di certuni in confronto ad altri, come riteneva Berlinguer. Più banalmente, si tratta di buone regole, di comportamenti trasparenti, di congruità tra i mezzi e i fini, di prosaica efficienza della macchina pubblica, infine di risultati concreti. Un direttore d'orchestra che sulla carta è di classe non produce capolavori d'ascolto, quando ha polso fiacco, se si lascia imporre i musicisti che dovrebbe guidare ed essi sono mediamente inetti, con in più qualche furbo e magari un pugno di delinquenti o presunti tali. Se chi dirige la musica non sa fare il suo mestiere (nessuno è in grado di coprire ogni ruolo, nemmeno in politica: un buon ministro o parlamentare può essere un mediocre gestore della cosa pubblica e viceversa), senza che sia necessariamente corrotto o colluso, dovrebbe capire da solo quando è l'ora di levare le tende. Anche il diritto del lavoro conosce del resto il licenziamento per giustificato motivo non soggettivo — se in questo caso si volesse almeno concedere la buona fede — ma oggettivo, quando dure esigenze aziendali sono avverse al mantenimento dell'impiego. (Salvatore Prisco da il Corriere del Mezzogiorno)La Campania di Veltroni
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