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mercoledì 3 dicembre 2008
Europee, i socialisti sfidano il Ppe: saremo primi
Come ogni cinque anni è di nuovo sfida aperta fra le due grandi famiglie Ue, il Ppe e il Pse in gara da sempre per il primo posto alle elezioni europee, nelle istituzioni e nella politica comunitarie. A lanciare per primo il guanto della sfida è stato a Madrid il consiglio del Pse: i leader eurosocialisti approvano il manifesto «People First, una nuova direzione per l’Europa» con il quale puntano al grande sorpasso alle europee del 4 e del 7 giugno prossimo. La corsa per il primo posto alle europee 2009 non avrà solo un impatto sui rapporti di forze a Strasburgo, ma inciderà anche sulla scelta del successore di Manuel Barroso (Ppe) alla presidenza della Commissione nella seconda metà dell’anno prossimo. Se vinceranno i popolari europei la conferma di Barroso sembra scontata, se sarà il Pse a prevalere i giochi potrebbero riaprirsi. Anche la partita della presidenza dell’Europarlamento riserva incognite: fonti di Strasburgo parlano di una probabile alternanza ancora fra Ppe e Pse che avranno lo scranno presidenziale per metà legislatura ciascuno. L’attuale capogruppo socialista, Martin Schulz, viene dato favorito per la seconda metà anche se qualcuno evoca pure il nome di Massimo D’Alema fra i possibili papabili. Per la prima metà legislatura, con un presidente Ppe, circola il nome dell’italiano Mario Mauro, Forza Italia, attuale vicepresidente. Ma in seno al Ppe ci sono forti pressioni perché l’incarico vada a un deputato dell’est probabilmente un polacco. E il valzer delle poltrone europee eccellenti si complicherà dopo le elezioni se nel frattempo entrerà in vigore il trattato di Lisbona per ora bloccato dal no referendario irlandese. In questo caso dovranno essere nominati anche il presidente permanente del Consiglio europeo e il nuovo ministro degli esteri e della sicurezza con rango di vicepresidente della Commissione, al posto del Pse spagnolo Javier Solana. Ma sulla sfida Pse-Ppe pesano, oltre al risultato del voto, anche incognite dovute alle scelte di alcuni partiti nazionali. I Tories britannici (ora 27 seggi) potrebbero lasciare il Ppe, ipotizza Schulz, per formare un’alleanza con gli altri conservatori Ue, soprattutto dell’Est. Un accordo con il Pd di Walter Veltroni, per ora diviso a Strasburgo fra Pse e Eldr, potrebbe portare un’altra decina di seggi. Schulz oggi si è detto pronto anche a una modifica del nome del gruppo Pse per agevolare un ipotetico arrivo di tutti i democratici italiani. Ma anche i rivali del Ppe potrebbero guadagnare seggi grazie alle novità italiane con l’arrivo degli eurodeputati di An, ora con Fi nel Pdl. La questione dovrebbe essere discussa dal Ppe in primavera. (Francesco Cerri il Mattino)
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