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lunedì 29 dicembre 2008
Naufragio della motonave "Marina D'Aequa"
Ci risiamo. Ritorna la triste ricorrenza del naufragio della motonave "Marina D'Aequa", in quella tragedia, avvenuta nel golfo di Biscaglia, trovarono la morte 30 uomini dell'equipaggio, quasi tutti giovanissimi. Oltre il dolore anche l'amarezza di non poter seppellire i propri cari... infatti i corpi di questi poveri marinai non furono mai più trovati. Un''immane tragedia , il nostro "11 Settembre" l'abbiamo vissuto 20 anni prima.. Mai la Penisola Sorrentina ha subìto un lutto così grave, dai tempi delle incursioni saracene, delle ultime guerre mondiali, nemmeno quell'evento così dirompente e devastante come il terremoto dell'80 ha lasciato una ferita così vasta e profonda. L'avvento di Internet questa volta ha avuto un ruolo determinante per "risvegliare" la memoria collettiva, se non altro per un muro, strano e se vogliamo inspiegabile, che si era formato nelle coscienze dei Peninsulari, fatte le dovute eccezioni per i familiari e gli "addetti ai lavori", ovviamente.. Un muro di apparente ( e sottolineo apparente) indifferenza, una coltre di nebbia d'oblio formatasi per non vedere, una sorta di rimozione. Si perchè quando il dolore, anche nella memoria collettiva, è così lacerante, così grave, si attiva una sorta di corto-circuito per un meccanismo "salvavita" di autodifesa, perchè "si deve andare avanti", perchè è sull'acqua salata che si può guadagnare qualcosa di soldi, una volta ci si poteva anche comprare una casa, ora nemmeno quella, ma forse ancora garantisce una vita (a terra) quantomeno dignitosa. Ora quel muro si è dissolto, era giusto è doveroso non lasciare quei ragazzi dietro quella nebbia, le testimonianze che tutt'ora arrivano nel "Libro Bianco" ci dimostrano che è servito anche per coloro che il lutto l'hanno vissuto sulla loro pelle. Mi riferisco ai familiari che si trascinano questo dolore da oramai 27 anni e questo piccolo raggio di sole fatto di solidarietà e partecipazione forse lenisce un po' quel senso di solitudine che questa nebbia, sia pure giustificabile, aveva avvolto. Non ci si può fermare qui, a mio parere. Bisogna continuare a tenere le coscienze sveglie, non bastano i monumenti, le pagine commemorative, le annuali funzioni religiose che pure sono ammirevoli nel loro proposito: Bisogna lavorare affinchè questa iniziativa assuma carattere istituzionale. Se cercate il sito dell Marina Italiana viene fuori immediatamente quella militare, poi quella mercantile, poi un sito della "Regia Marina" che pur accennando i caduti e ad un elenco che costituisce un medagliere per il "valore militare", non va oltre. Dobbiamo prima proporre, poi insistere affinchè venga istituita, nel sito ufficiale della Marina Italiana, una sezione dedicata alle persone che hanno perso la vita in mare; non soltanto quelli della "Marina D'Aequa" o del "Campanella", ma di tutta l'Italia, di tutti gli italiani. Istituire un database che divenga un prezioso archivio sulle "morti bianche" del Mare. Questa è un'altra sfida che possiamo e dobbiamo vincere, affinchè la nebbia non si riformi bisogna che entri la luce calda del sole, e che tutti possano vedere e ricordare questi Uomini che "dopo tanto sbandare è appena giusto che la fortuna li aiuti." (Michelangelo Gargiulo Sorrento e dintorni)
1 commento:
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Ricordo molto bene il dolore e l'angoscia di quei giorni, infatti allora ero Vicedirettore alla Commerciale a Piano di Sorrento.
RispondiEliminaLa maggior parte dei marittimi imbarcati sull'Equa erano della penisola sorrentina e questo aggiunse pena a pena.
Già, perchè, come se non bastasse quanto successo si dovettero ascoltare i soliti commenti dei media, fatti con lo stampino per cui, se affonda una nave da carico, allora si tratta di una "carretta del mare"...anche se, come l'Equa, era una nave modernissima, varata da poco e perfettamente attrezzata.