Ora si muovono i giovani. Quelli che ritengono che il Partito democratico debba «chiedere scusa ai cittadini e spiegare perché è successo, che cosa è accaduto». Luisa Bossa ed Emma Giammattei, nei giorni scorsi, hanno lanciato la provocazione: se esiste una nuova classe dirigente, si faccia avanti. «Accetto la provocazione e batto il primo colpo», raccoglie la sfida Nicola Corrado, vice sindaco di Castellammare di Stabia, che parla alla giusta distanza dai "salotti napoletani" e dai loro intrecci. Ha fatto un rapido giro di telefonate fra i coetanei. Ora o mai più, si sono detti. Corrado dà voce a quella generazione di trentenni-quarantenni schiacciati nelle retrovie del partito, sostenitori della necessità che il Pd giustifichi colpe e macchie dinanzi ai suoi elettori. Un "manifesto" che chiede ai vecchi generali di farsi da parte e vivere in privato il loro autunno, e che allo stesso tempo invita i più giovani allo strappo con il metodo della cooptazione. «I protagonisti, nel bene e nel male, di una lunghissima stagione politica devono lasciare il campo e favorire un profondo rinnovamento generazionale anche nelle responsabilità di governo». L´idea della "diversità" come valore continua a stargli a cuore. «Non siamo come la destra perché i nostri elettori sentono come una ferita ogni vicenda che ci riguarda e si aspettano da noi le giuste reazioni». Quella di un bel po´ di giovani del partito è nelle sue parole. Nicola Corrado ha 35 anni e una laurea in giurisprudenza. Alle primarie del 14 ottobre è stato il più votato del suo collegio per l´assemblea costituente nazionale con 3.478 voti. Ha un blog personale in cui c´è spazio per Obama e per il popolo birmano, per i film di Sorrentino e per le lotte anticamorra, la sua prima battaglia politica, con il movimento studentesco "I Care". Come dire che ha consenso e sensibilità. Una di quelle figure con cui Veltroni immaginava di riempire il partito, ma che il partito in Campania non ha valorizzato. Ce ne sono tante, dentro il Pd. Per questo Corrado lancia un appello al sindaco Iervolino. «Scelga da sola nel rispetto della legge la nuova giunta. Investa sui giovani, bravi, di talento, che amano la politica, perché solo a queste condizioni ha un senso continuare un´esperienza di governo minata profondamente nella sua credibilità». Ma lancia pure una sfida ai suoi stessi coetanei. «Ai ragazzi della mia generazione dico: fatevi avanti senza paura di perdere riferimenti e padri politici, costruiamo insieme, pretendendo le primarie, un nostro candidato per la guida della Provincia di Napoli». Un messaggio chiaro a chi ritiene che il Pd debba cercare il suo futuro solo tra docenti universitari e dentro la società civile. «La nuova classe dirigente? Certo che esiste. L´ho incontrata 20 anni fa nei movimenti anti-camorra, per la riforma della scuola, l´ho sentita all´università e nei congressi di partito, l´ho vista in molte campagne elettorali, si è candidata in tanti consigli comunali, amministra tante città, lavora nel mondo delle professioni, nelle scuole, all´università, ed è impegnata in tante associazioni». Quella di oggi, se ne rendono conto i giovani del Pd, vive un crollo della sua autorevolezza. «Il tenore delle intercettazioni, al di là dei risvolti giudiziari, impressiona per l´imbarbarimento contenuto nel modo di concepire e praticare ruoli e funzioni istituzionali. Il ripiegamento e, a volte, la sconfitta delle nostre esperienze di governo è tutta nell´invasione dei partiti e delle correnti interne ad essi nelle istituzioni, nelle società partecipate, nelle Asl, nelle università, in tanti luoghi della società». Azzerare e ripartire. Ci provano i giovani. (Angelo Carotenuto da la Repubblica Napoli)
"Una nuova tangentopoli? No, allora c´erano i partiti"
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