Un giovane in sella ad un motorino punta la pistola contro un coetaneo seduto sul marciapiede e spara. Il bersaglio si accascia sul selciato raggomitolandosi su se stesso. Sembra la scena di un omicidio dal solito copione. In realtà l’arma è un giocattolo, gli spari non sono altro che petardi, il ragazzo colpito è vivo e vegeto. Nella Secondigliano, abituata alla mattanza di camorra, dove quattro anni fa si contava la media di un morto al giorno, quasi non meraviglia sapere che qualcuno si diverte a simulare un agguato per le strade del quartiere. Un gruppetto di ventenni si è specializzato nelle imboscate farsa tanto da provare e riprovare i passaggi più delicati per poi caricare il video su Youtube. L’ultimo filmato l’hanno girato martedì sera all’angolo tra corso Italia e via Pascal. I negozi avevano calato le saracinesche, la gente era chiusa in casa per il freddo, per le strade sfrecciava solo qualche scooter. Era il momento ideale per allestire il set. Un ragazzo infagottato in un piumino nero si accovaccia su un blocco di cemento fuori ad un minimarket. Veste i panni di un palo di un’ipotetica piazza di spaccio. «Ecco la Secondigliano sbandata, l’area nord» dice la voce guida mentre gli pseudo-sicari si preparano alle revolverate. In sottofondo si sente un coro che ridacchia, che si prepara parlottando in dialetto al finale più appetitoso per i loro gusti. Improvvisamente davanti alla sentinella spunta un motorino rosso con a bordo due giovani che indossano il casco a scodella. «Ma chi so chisti ccà?» prosegue il narratore d’eccezione. I centauri avanzano per via Spano, via Marcolongo, percorrendo contromano di nuovo corso Italia. Tornati all’altezza del “palo”, il passeggero tira fuori dal giubbotto una pistola a salve e la indirizza verso il giovane fermo sempre allo stesso posto. Missione compiuta con tanto di sghignazzi, proprio come nelle sitcom americane. Nel vicino mercatino qualche ambulante invece ha deciso di cimentarsi in una rapina tra le bancarelle. Un venditore di tessuti conta l’incasso a fine giornata. Alle sue spalle giunge un uomo con la testa coperta da una calza che gli punta una pistola al collo. L’ambulante reagisce mostrando un pugnale giocattolo mentre i colleghi canticchiano brani di meroliana memoria a siglare la fine della sceneggiata, che vedrà un secondo atto dopo appena una decina di giorni dopo, con capriola tra i panni ammonticchiati sulle bancarelle. La violenza (benché simulata) è il filo conduttore anche dei filmati che hanno come protagonisti minori pronti ad azzuffarsi pur di finire su Youtube o sui cellulari della comitiva. In rete ce ne sono a decine. Tutti super cliccati. Un esempio? La clip della rapina al mercatino ha registrato oltre settecento visite. Bravate che sintetizzano il clima di disagio in cui nascono. (Luca Saulino il Giornale di Napoli)Pagine
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domenica 14 dicembre 2008
Video di un omicidio su YouTube
Un giovane in sella ad un motorino punta la pistola contro un coetaneo seduto sul marciapiede e spara. Il bersaglio si accascia sul selciato raggomitolandosi su se stesso. Sembra la scena di un omicidio dal solito copione. In realtà l’arma è un giocattolo, gli spari non sono altro che petardi, il ragazzo colpito è vivo e vegeto. Nella Secondigliano, abituata alla mattanza di camorra, dove quattro anni fa si contava la media di un morto al giorno, quasi non meraviglia sapere che qualcuno si diverte a simulare un agguato per le strade del quartiere. Un gruppetto di ventenni si è specializzato nelle imboscate farsa tanto da provare e riprovare i passaggi più delicati per poi caricare il video su Youtube. L’ultimo filmato l’hanno girato martedì sera all’angolo tra corso Italia e via Pascal. I negozi avevano calato le saracinesche, la gente era chiusa in casa per il freddo, per le strade sfrecciava solo qualche scooter. Era il momento ideale per allestire il set. Un ragazzo infagottato in un piumino nero si accovaccia su un blocco di cemento fuori ad un minimarket. Veste i panni di un palo di un’ipotetica piazza di spaccio. «Ecco la Secondigliano sbandata, l’area nord» dice la voce guida mentre gli pseudo-sicari si preparano alle revolverate. In sottofondo si sente un coro che ridacchia, che si prepara parlottando in dialetto al finale più appetitoso per i loro gusti. Improvvisamente davanti alla sentinella spunta un motorino rosso con a bordo due giovani che indossano il casco a scodella. «Ma chi so chisti ccà?» prosegue il narratore d’eccezione. I centauri avanzano per via Spano, via Marcolongo, percorrendo contromano di nuovo corso Italia. Tornati all’altezza del “palo”, il passeggero tira fuori dal giubbotto una pistola a salve e la indirizza verso il giovane fermo sempre allo stesso posto. Missione compiuta con tanto di sghignazzi, proprio come nelle sitcom americane. Nel vicino mercatino qualche ambulante invece ha deciso di cimentarsi in una rapina tra le bancarelle. Un venditore di tessuti conta l’incasso a fine giornata. Alle sue spalle giunge un uomo con la testa coperta da una calza che gli punta una pistola al collo. L’ambulante reagisce mostrando un pugnale giocattolo mentre i colleghi canticchiano brani di meroliana memoria a siglare la fine della sceneggiata, che vedrà un secondo atto dopo appena una decina di giorni dopo, con capriola tra i panni ammonticchiati sulle bancarelle. La violenza (benché simulata) è il filo conduttore anche dei filmati che hanno come protagonisti minori pronti ad azzuffarsi pur di finire su Youtube o sui cellulari della comitiva. In rete ce ne sono a decine. Tutti super cliccati. Un esempio? La clip della rapina al mercatino ha registrato oltre settecento visite. Bravate che sintetizzano il clima di disagio in cui nascono. (Luca Saulino il Giornale di Napoli)
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