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venerdì 23 gennaio 2009
Testamento biologico il PD come sempre non decide
“Il primo impegno che ho preso, - afferma Ignazio Marino PD dal suo sito - dopo la nomina a Presidente della Commissione sanità del Senato nel 2006, è stato quello di presentare un disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate di volontà, per poter dare anche al nostro Paese una legge sul testamento biologico e contro l'accanimento terapeutico. Il diritto che si vuole riconoscere è quello di permettere ad ogni persona di indicare le cure e i trattamenti che ritiene accettabili per se stesso, nel caso in cui un giorno, per un incidente o una grave malattia, diventasse incapace di intendere e di volere. Poter chiedere, quindi, ai medici di sospendere o non attivare procedure e terapie (pensiamo ad esempio al respiratore meccanico o all'alimentazione artificiale con un tubicino inserito chirurgicamente nello stomaco) che non si considerano appropriate e sopportabili. Questo è un diritto che oggi ogni paziente cosciente esercita attraverso il meccanismo del consenso informato, obbligatorio per legge, e che permette di poter rifiutare trattamenti o cure a cui non ci si vuole sottoporre. Il disegno di legge che ho presentato non è stato approvato a causa della fine della Legislatura, ma il mio impegno al Senato continua: il 29 aprile 2008 ho presentato un nuovo disegno di legge sul testamento biologico. Come capogruppo del Partito Democratico nella Commissione Igiene e Sanità continuerò il mio lavoro con assiduità e rigore, promuovendo con convinzione questa battaglia per garantire il diritto all'autodeterminazione di tutti gli individui.” I parlamentari Pd, convocati per discutere la proposta di legge sul testamento biologico, hanno deciso di non decidere. La senatrice Binetti e altri parlamentari margheritini, contrari, hanno chiesto e ottenuto che non si votasse. Come sempre. Il vice segretario Franceschini ha detto che non sono questi i temi che definiscono l'identità del Pd. E quali sono? Non si vota su dove sedersi nel Parlamento europeo, sul caso Napoli, sulla giustizia ecc. Con questa «identità» il Pd ha toccato il 23%.
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