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giovedì 19 febbraio 2009
E’ meglio dividersi …
Naturalmente non ci crede nessuno al fatto che sabato in 2800 decideranno cosa fare del Pd. Parliamo di quel coordinamento nominato da Veltroni e che quindi, a rigor di logica, avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni (e magari continuare a lavorare, se serve, ma da dimissionario e uscente) un secondo dopo quelle di Veltroni. I 2800 delegati nazionali, per alzata di mano, voteranno Franceschini segretario, - ovviamente - speriamo in qualche sorpresa, quindi non disperiamo. Morando, tanto per ritornare alle cose di casa nostra, è tornato subito in via Toledo. «La mia attività prosegue». Le dimissioni di Veltroni non lo fermano. «Non credo che la linea cambi, - dice a Repubblica Napoli - anzi tendo a escluderlo. Non cambia il progetto di fondo sul futuro della città». Tutte le scadenze previste sono confermate, eccetto una: l´assemblea regionale, in programma sabato per l´approvazione dello statuto messo a punto da Giuseppe Ossorio, slitta al 9 marzo (primarie obbligatorie, limite di 3 mandati per i consiglieri, incandidabilità per chi è condannato seppure non in via definitiva per corruzione e concussione). Ieri sera nuovo vertice tra Morando e i segretari provinciali del centrosinistra. C´è l´adesione della Sinistra al progetto delle primarie di coalizione (22 o 29 marzo). Con una novità: Sd, l´area Vendola uscita dal Prc e i Verdi sono pronti a iscrivere alla corsa contro Nicolais l´uscente Di Palma, convinto ormai al 90 per cento ad accettare la carta di riserva, dopo la mancata ricandidatura diretta da parte della coalizione. Dopo la caduta di Veltroni, sempre da Repubblica Napoli, è la giornata delle analisi, Nicola Oddati: «Il Pd ha cercato di mettere insieme due anomalie, Dc e Pci, facendo un tentativo che s´è rivelato un errore. Non è diventato né mai potrà diventare un partito. Hai voglia a fare primarie. Bisogna invece costruire una nuova alleanza elettorale, fondata su due partiti, uno socialdemocratico e uno liberaldemocratico, per governare insieme. Sarebbe saggio. Ma non sempre le cose sagge si fanno. La cosa peggiore sarebbe far finta di rimettere in piedi il Pd. In Italia, una sinistra moderna non può scomparire del tutto. Così com´è giusto che abbia una casa sua un´area cattolica, liberaldemocratica». Ancora più chiaro? «Se D´Alema o Bersani avessero il coraggio di prendere l´iniziativa, mi sentirei di seguirli subito. Così come sarebbe un bene se l´iniziativa venisse dai moderati. Nulla di scandaloso. Il Pd nasce per vincere con il 40 per cento. Se si ferma al 33 e perde, e poi perde ancora, non può andare contro la storia». In poche parole cari amici è meglio dividersi ... Chi invece potrebbe cadere (forse) è Antonio Bassolino, trenta a trenta, appeso a un voto. Senza Udeur e Idv la maggioranza in Consiglio non c'è (quasi) più.
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