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venerdì 6 febbraio 2009

No alla camorra, si alla giustizia

Castellammare di Stabia - La città è contro la camorra, non ha paura e non vuole interrompere il suo cammino di crescita. La manifestazione di questa mattina nella Città delle acque per iniziativa dell'amministrazione comunale ha coinvolto, istituzioni, cittadini, parlamentari, le scuole e l'associazionismo, un grande fronte comune contro la criminalità. Il corteo è partito alle 9 da piazza Giovanni XXIII, a pochi passi dal municipio, accanto al Sindaco Salvatore Vozza il Presidente della provincia Dino Di Palma e il Sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, con i gonfaloni di dieci Comuni dell'area vesuviana. In corteo anche la moglie del consigliere Tommasino, Liberata, e il figlio 15enne che ha assistito all'omicidio del padre. Partecipano al corteo la Fincantieri e l'Avis, le due principali industrie metalmeccaniche di Castellammare di Stabia e tutte le scuole superiori (tra cui il liceo scientifico Francesco Severi, frequentato dal figlio del consigliere Tommasino) i cui studenti scandiscono lo slogan “No alla camorra, sì alla giustizia”.“Alla camorra che uccide, - ha detto Tonino Scala Consigliere Regionale SD - alla camorra che vorrebbe inquinare vite e sogni, alla camorra che vorrebbe mettere le mani sulla città, la città ha risposto di essere da un'altra parte. La città con la manifestazione di oggi ha voluto dire “NOI SIAMO QUI” E stamattina eravamo in tanti con la nostra voglia di dire con forza il nostro “no”, mostrando l'orgoglio di essere stabiesi”.“E’ questo il momento – continua Scala - di segnare il confine netto tra camorra e affari perché la lotta alla criminalità organizzata non è solo una battaglia morale ma è la condizione prima per potere parlare seriamente di un futuro possibile. A distanza di diciassette anni, la camorra ha sfidato di nuovo le istituzioni uccidendo un consigliere comunale. Lo Stato prenda ora posizione chiara e netta. Lo Stato mai come questa volta deve mostrare la sua presenza. Non solo le istituzioni ma tutte le forze sane della città. Nel 1992 io ero uno studente allora e insieme a tante altre ragazze e ragazzi, studenti come me, sentimmo l’esigenza di riunirci e metterci in movimento. Sfilavamo quotidianamente con gli striscioni colorati e la resistenza alla maglietta. Le strade ogni giorno, per mesi, si riempirono di voci festanti di ragazze e di ragazzi accomunati da una sola speranza il riscatto possibile della nostra città. Al di la del lavoro egregio fatto dalle istituzioni, - conclude l’esponente politico di sinistra democratica - il vero riscatto deve ora essere quello della città, delle sue cittadine e dei suoi cittadini. Chiusi gli striscioni, finita la manifestazione continuiamo con tutte le forze sociali e sindacali un confronto serio e serrato, che continui a dire che tutte le forze sane, che tutte le forze democratiche sono da un’altra parte”.

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