Sicignano (Circoli della Libertà): «si ha l’impressione che il degrado delle palme non sia altro che l’ultimo sintomo della decadenza dell’intera città»
Castellammare di Stabia - Patrimonio palmifero a rischio nella città delle acque. Dopo i vari campanelli di allarme lanciati dagli ambientalisti, le palme stabiesi sono finite nell’occhio dei tecnici regionali dello “S.T.A.P.A. e Ce.PICA” di Napoli (ex Ispettorato Provinciale Agrario), ovvero “il Settore Tecnico Amministrativo Provinciale per l'Agricoltura” di Napoli, incardinato nell' A.G.C. Sviluppo Attività Settore Primario della Regione Campania. Ebbene, da giorni, gli operatori regionali, diretti dalla dott.ssa Maria Passari e guidati dall’Ispettore Fitosanitario Dott. Domenico Vitiello, stanno effettuando su tutto il territorio stabiese un censimento del patrimonio palmifero, finalizzato, preliminarmente, alla verifica dello stato attuale in cui versano le palme di Castellammare, soprattutto in considerazione dei tanti parassiti presenti sul noto albero appartenente alla famiglia delle “Arecaceae”. Sarebbe, infatti, il Punteruolo Rosso, tecnicamente noto come “Rhynchophorus ferrugineus”, ovvero il coleottero curculionide originario dell'Asia, segnalato nel 2005 anche in Italia e in Campania, il principale colpevole delle precarie condizioni in cui versano numerose palme stabiesi. «L’intervento urgente dei tecnici regionali – spiega Antonio Sicignano, Vicepresidente Regionale dei Circoli della Libertà della Campania – la dice lunga sull’inerzia dei governo locali. Purtroppo – aggiunge – è evidente a tutti che l’intero patrimonio palmifero stabiese è a rischio estinzione e, per farsi una idea, basta guardare alcune palme della Villa Comunale, o quelle che si trovano all’interno del cimitero, che rappresentano solo l’emblema dell’abbandono. Purtroppo – continua Sicignano - mentre in molte altre città le amministrazioni comunali sperimentano continuamente strumenti di contrasto ai parassiti, ad esempio a Brindisi hanno addirittura trattato tutte le palme in endoterapia, qui a Castellammare stiamo ancora a parlare delle “doccette”, con le quali si era pensato di spruzzare dal basso prodotti sistemici, che, tra l’altro, sono quasi tutte rotte e mal funzionanti. Chiediamo – continua - subito l’intervento di una tasck force di esperti, perché sottovalutare questa emergenza, soprattutto in prossimità della Privamera dove il punteruolo rosso è più attivo, potrebbe rappresentare la definitiva condanna di tutto il patrimonio palmifero stabiese». Conclude Sicignano: «si ha l’impressione che il degrado delle palme non sia altro che l’ultimo sintomo della decadenza dell’intera città». (Comunicato stampa)
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