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giovedì 5 marzo 2009

Indennità e consulenze tutte le spese della provincia

Provincia di Napoli - Ventisettemila euro per sessanta giorni di lavoro. «Per una ricerca stilistica sulla tradizione napoletana e l’ideazione di una collezione di abiti ed accessori femminili», dice il decreto presidenziale n. 274 del 23 giugno 2006 che assegna l’incarico allo stilista Alessio Visone. Quando i compassati ispettori del ministero dell’Economia e delle Finanze, il 15 gennaio del 2007 (e vi rimarranno sino marzo), arrivano a piazza Matteotti e vedono l’incartamento di questa consulenza saltano sulla sedia. Eppure dovrebbero essere già abituati perché di incarichi facili ne hanno passato in rassegna già parecchi. Facendo poi notare «come, spesso, vengono conferiti ripetuti incarichi al medesimo consulente senza che quest’ultimo - scrivono nel dossier finale di 176 pagine - emetta fattura e quindi senza il pagamento della relativa imposta sul valore aggiunto». Consulenze a pioggia, insomma, e in alcuni casi, anche evadendo le tasse. Incarichi che vanno, scrivono sempre gli 007 ministeriali, dal monitoraggio dei siti a esposti a rischio di criminalità (25mila euro in due tranche nel 2006 ad un architetto) o i 43 mila euro per 60 giorni ripartiti tra tre consulenti «per l’elaborazione di materiale promozionale e la campagna di distribuzione del materiale stesso». Volantini, insomma. E, ancora, l’incarico affidato ad un consulente nominato «capo colonna mobile di protezione civile» per 40 mila euro in 12 mesi. Caso che costringe gli ispettori a chiedere lumi e gli verrà spiegato che non c’era nessun dipendente disposto ad assumere l’incarico. E certo, ribattono gli 007, «perché gli era stato prospettato la mancanza di incentivo economico». Ma le irregolarità sono altre. A cominciare dal capitolo delle spese sul personale e sul fondo di trattamento accessorio «aumentato nel periodo 2002-2006 - scrivono nella relazione - del 177,11%». E così nel novembre scorso viene votata una delibera ad hoc (caso unico in Italia) per intimare ai dirigenti di restituire le somme indebitamente percepite dal 2003 al 2006. Soldi (da poche centinaia di euro a circa 4mila euro a testa) che si sono attribuiti ognuno per la partecipazione alle più svariate commissioni negli ultimi cinque anni. «Le indennità di posizione presso la Provincia - scrivevano gli ispettori guidati da Vito Tatò - vengono determinati in maniera del tutto libera e senza tenere in alcun conto delle disponibilità del fondo». Da qui la decisione di correre ulteriormente ai ripari. Come? Prima chiedendo a 304 impiegati di categoria D a restituire cifre oscillanti dai 1200 ai 2000 euro, poi bloccando il pagamento del salario accessorio. «Perché - facevano notare gli 007 di via XX Settembre - il trattamento economico remunera già tutte le funzioni e i compiti attribuiti ai dirigenti». Per questo il ministero (allora retto da Padoa-Schioppa) invitava la Provincia, allegando un file con nomi e rispettivi soldi incassati, affinché provvedesse a recuperare le somme corrisposte. (ad. pa. Il Mattino)

1 commento:

  1. Se la destra col Cesaro andrà alla Provincia si finirà di mangiare quel poco che è rimasto...

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