Di Palma all’attacco: io capro espiatorio della crisi Pd
D’Alema sull’Unità: «In Europa dobbiamo costruire qualcosa con i socialisti senza perciò voler fare del Pd un partito socialista perché questo non esaurirebbe la sua vocazione». Cos’è il «qualcosa»? Il Pd va o non va nel gruppo parlamentare socialista? In Provincia di Napoli Dino Di Palma – da il Mattino - esce di scena e rinuncia alle primarie. «Non mi candido», dice. E punta l’indice contro il Pd: «In tanti mesi, l’unico a parlarmi è stato Morando». Il presidente della Provincia è il capro espiatorio della crisi del centrosinistra? La risposta è in un monosillabo: «Sì». È amara la decisione di Di Palma, decisione già maturata in estate e comunicata ai vertici del Pd «per concordare un percorso che conducesse alle elezioni». Una exit-strategy, come si conviene a un presidente uscente che gode della fiducia della coalizione. Ma il Pd, che in giunta vanta otto assessori, sceglie Luigi Nicolais. La parola d’ordine è discontinuità. E a Di Palma non resta che concorrere alle primarie. «No, grazie», risponde pacatamente. «Rinuncio - spiega - perché la mia candidatura sarebbe risultata inevitabilmente anti-tizio o pro-caio. Si sarebbe detto che ero bassoliniano, che ero il ”vecchio” mentre altri erano il ”nuovo”. Ma ciò non corrisponde alla mia impostazione». Nessun assist a Nicolais. Per una questione di stile, evita di fare i nomi, ma la sua ricostruzione è chiara: Nicolais a gennaio è andato a Roma a chiedere la testa di Bassolino e Iervolino e «se n’è tornato a casa con l’orecchio di Di Palma. Il Pd - incalza il presidente - ha inteso che la discontinuità iniziasse dalla Provincia. Secondo me il giudizio su una candidatura di un presidente uscente deve basarsi sui risultati ottenuti: ha lavorato bene? Si candidi. Ha lavorato male? A casa». Ma Di Palma chi voterà alle primarie? «Aspetto di vedere i candidati. Tutti i nomi già in campo, compreso il mio assessore Allodi, sono validi». Il no di Di Palma spiazza la Sinistra. Mps, Verdi, Sd e Ps, sarebbero ora intenzionati a puntare su Sergio D’Angelo, presidente di Gesco (consorzio di cooperative sociali) e portavoce regionale del Terzo Settore. D’Angelo è già stato contattato e si è preso ventiquatttro ore di riflessione. «Sto valutando», dice. In alternativa, ci sarebbero Salvatore Vozza e Raffaele Porta. Gli unici sicuramente in campo sono Luigi Nicolais, Guglielmo Allodi, Pietro Mastranzo. Tutti del Pd.
Relazione del commissario Morando alla Conferenza programmatica per Napoli Futura
Nessun commento:
Posta un commento
La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.