Sorrento - La città riscopre gli antichi stemmi delle famiglie nobili di Sorrento. Scoperti, ieri mattina, i 19 gonfaloni in seta di San Leucio: allestiti nella sala consiliare del Comune, rappresentano il patriziato locale. Alla cerimonia, introdotta dal sindaco Marco Fiorentino e dall’assessore alla Pubblica istruzione Maria Teresa De Angelis, sono intervenuti il presidente dell’Associazione Studi storici sorrentini, Antonino Cuomo (sul tema: «Le famiglie nobili sorrentine»); il dirigente del primo dipartimento del Comune, Donato Sarno («Sedili e vita amministrativa comunale nel Regno di Napoli durante l’ antico regime»); l’autore del libro «Lo stemma della Città di Sorrento», Fabrizio Guastafierro; Benigno Casale, docente di Storia medioevale all’Università di Napoli, Federico II («L’Araldica delle famiglie sorrentine»), Mauro Bologna dell’Opificio Serico dal 1924 in San Leucio «Bologna e Marcaccio» («La tradizione dell’arte serica in Campania»). Nel suo intervento, il sindaco Marco Fiorentino ha sottolineato che l’arricchimento della Sala consiliare rientra in un progetto di più ampio respiro che riguarda l’arredo, curato dall’architetto Marco De Luca: «Restituire al palazzo municipale la presenza degli stemmi della città – ha sottolineato Marco Fiorentino -, dei suoi antichi seggi nobiliari oltre che di alcune delle famiglie patrizie locali, significa rispondere ad una molteplice diversità di esigenze, grazie al valore simbolico racchiuso in ciascuna di queste insegne». I gonfaloni scoperti ieri mattina, riproducono gli stemmi della Città di Sorrento, del Sedil Dominova, del Sedile di Porta e delle antiche famiglie Acciapaccia, Della Porta, Ammone, Brancia, Anfora, Fiore, Boccia, Spasiano, Correale, Marzato, Cortese, Orefice, Della Noce, Maresca-Donnorso, De Miro, Rota, Falangola, Casamarte, Eusebio, Fasulo, Marziale, D’Alessandro, Mastrogiudice, Donnorso, Molignano, Teodoro, Romano, Guardati, Sersale, Nobilione, Vulcano e Capece. (an. si. Il Mattino)
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