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giovedì 16 aprile 2009
“Una raccolta di firme per intitolare una strada a Fabrizio Quattrocchi”
Castellammare di Stabia - «Una raccolta di firme per intitolare una strada di Castellammare all’eroe nazionale Fabrizio Quattrocchi» è la nuova iniziativa lanciata dai giovani del Circolo della Libertà di Castellammare di Stabia. Era infatti il 14 aprile 2004 quando il giovane italiano dopo essere stato rapito in Iraq fu ucciso da alcuni terroristi del gruppo "Falangi Verdi di Maometto". All’atto della morte Quattrocchi sfidò i terroristi pronunciando la seguente frase: "Adesso vi faccio vedere come muore un italiano". Per questo, con decreto del 13 marzo 2006, il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi conferì a Fabrizio Quattrocchi la medaglia d'oro al valor civile perché “con eccezionale coraggio ed esemplare amor di Patria, affrontava la barbara esecuzione, tenendo alto il prestigio e l'onore del suo Paese”. «Fabrizio Quattrocchi – spiega Massimiliano Zurlo, responsabile del movimento giovanile dei Circoli stabiesi – è un simbolo per molti miei coetanei dell’amore verso la patria e del coraggio dimostrato per difendere l’onore del nostro paese. A pochi giorni dall’anniversario della sua morte ci sembra giusto che anche la città di Castellammare tributi al suo ricordo una strada cittadina. Per questo scenderemo in piazza per raccogliere firme per una petizione da indirizzare all’amministrazione comunale stabiese». Concorde con i giovani anche Antonio Sicignano, vicepresidente dei Circoli della Libertà della Campania e presidente del Circolo stabiese. «Ricordare con una strada la medaglia d’oro al valor civile Fabrizio Quattrocchi rappresenta un giusto tributo ai valori di amor patrio e attaccamento alle istituzioni. Di recente – spiega - ho potuto verificare di persona che molti giovani stabiesi stanno dimostrando grande amore verso la patria, le istituzioni e la città. Ciò è un fatto molto importante perché è il segno di una società che vuole cambiare. Castellammare non arriverà mai lontano se prima gli stabiesi non iniziano a trattare la propria città come la propria casa».
3 commenti:
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Definire eroe nazionale un mercenario al soldo dell'esercito invasore mi sembra francamente esagerato, come esagerata fu l'onoreficenza conferita e lui e non ai nostri soldati morti a Nassirya. Sarebbe più corretto secondo me dire: eroe costruito ad arte, a uso e consumo di una destra italiana che continua la sua opera di auto-sdoganamento
RispondiEliminail solito comunista idiota.
RispondiEliminaIl solito fascista guerrafondaio.
RispondiEliminaChe era un mercenario e' vero, che era un invasato e' vero.
Meritava di morire? Certamente no.
Ma non merita neanche una strada.